Molte famiglie dovranno rinunciare all’acquisto delle chiacchiere di Carnevale, a causa dell’aumento spropositato dei prezzi.
In base a un’indagine condotta da Altroconsumo tra i consumatori italiani, le chiacchere, ossia i tipici dolci di Carnevale, hanno subito un’impennata dei costi senza precedenti. Circa la metà degli intervistati ha dichiarato che è disposta a spendere tra i 10 e i 30 euro al chilo, mentre più del 40% che ha intenzione di non superare i 10 euro. Solo il 9% ha ammesso di poter spendere più di 30 euro.
Nelle scorse ore, ha suscitato grande indignazione il lancio delle chiacchiere del noto pasticciere Igino Massari a 100 euro al chilo. Se l’alta pasticceria è, purtroppo, appannaggio di pochi eletti, non si può negare che i prezzi dei famosissimi dolci del periodo di Carnevale sono aumentati di circa il 5% su base nazionale. Ma quanto spenderanno, in media, le famiglie italiane quest’anno?
Al sondaggio di Altroconsumo hanno partecipato circa 800 persone e sono stati presi in considerazione i costi di 49 punti vendita tra supermercati, ipermercati, pasticcerie e panetterie, tra Roma e Milano. Dall’inchiesta emerge che, per risparmiare, conviene comprare i dolci nei supermercati e negli ipermercati, dove la spesa è circa tre volte inferiore.
Il costo delle chiacchiere, ovviamente, varia da città a città e, nel dettaglio, va da un minimo di 6,34 euro a un massimo di 12,76 euro al chilo nei supermercati e dai 13 ai 55 euro nelle panetterie. Nelle pasticcerie, invece, è impossibile spendere meno di 20 euro al chilo, ma in molti casi la cifra sale addirittura fino a 60 euro.
Per quanto riguarda gli altri dolci tipici di Carnevale, ossia i tortelli e le frittelle, il prezzo va dai 9,40 euro ai 22,60 euro al chilo nei supermercati e negli ipermercati. Nelle panetterie e nelle pasticcerie, la cifra va, invece, da un minimo di 18 euro a un massimo di 55 euro al chilo.
L’aumento del costo delle chiacchiere si inserisce in un contesto ben più ampio e preoccupante. In base ai dati ISTAT, nel 2024 c’è stato un calo dell’inflazione ma le famiglie italiane hanno ridotto l’acquisto di cibo e bevande rispetto all’anno precedente.
Il fenomeno è diretta conseguenza dell’incremento dei prezzi dei generi alimentari. A porre l’accento sulla questione è anche il Presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso, che ha esortato il Governo a intervenire e predisporre un piano per la riduzione dei prezzi dei beni di prima necessità, per proteggere il potere d’acquisto delle famiglie e sostenere l’economia italiana.
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