Gli intermediari finanziari sono responsabili dei danni subiti dagli investitori, nel caso in cui abbiano omesso l’esistenza di eventuali rischi.
Le banche, gli Uffici postali e i promotori finanziari devono tutelare i clienti che decidono di investire il proprio denaro. Hanno, infatti, l’obbligo di controllare se il prodotto scelto ottemperi alle esigenze e alle necessità dell’investitore.
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Spesso, però, la protezione ai risparmiatori viene meno e gli investimenti si rivelano fallimentari. Di recente, una decisione della Corte di Cassazione ha stabilito che l’intermediario ha sempre il dovere di rispettare gli obblighi di trasparenza e tutela, a prescindere dalle dichiarazioni del cliente sulla propensione al rischio.
Nel caso in cui il comportamento degli intermediari finanziari non sia ritenuto adeguato, può sorgere il diritto al risarcimento degli investitori. Si tratta di un principio fondamentale, diretto a ridurre i pericoli legati a consigli sbagliati.
Responsabilità degli intermediari finanziari: quando sussiste?
Gli istituti di credito, le Poste e i promotori finanziari devono lavorare per trovare il prodotto perfetto a seconda delle necessità degli investitori. L’obbligo è contenuto nel Testo Unico della Finanza e nel Regolamento MIFID.
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Al fine di assicurare una tutela adeguata ai propri clienti, gli intermediari devono raccogliere tutte le informazioni fondamentali per capire la conoscenza degli investitori nel settore finanziario. Sulla base dei dati ottenuti, devono stilare il progetto che tenga conto della propensione al rischio e degli obiettivi di investimento, chiarendo attentamente quali sono le peculiarità dei prodotti offerti.
Molte volte, però, tale impegno viene disatteso e i risparmiatori vengono orientati verso soluzioni pericolose (magari spinti erroneamente a credere che un investimento sia sicuro). Un esempio fondamentale al riguardo è quello che ha portato all’emanazione dell’ordinanza n. 3644 del 12 febbraio 2025 della Corte di Cassazione.
Una coppia ha deciso di citare in giudizio un intermediario finanziario a causa di importanti investimenti andati male. All’atto della sottoscrizione, il promotore aveva evidenziato solo in maniera vaga i probabili guadagni, senza alcun riferimento ai reali pericoli del prodotto scelto. Non aveva, inoltre, stilato il questionario per capire se quella tipologia di investimento fosse adatta ai clienti.
Il principio espresso dalla Corte di Cassazione per proteggere gli investitori
La Corte di Cassazione ha dichiarato la responsabilità dell’intermediario e l’obbligo di risarcimento del danno subito dalla coppia. Per i giudici, anche se il cliente non chiarisce la sua propensione al rischio, il promotore ha sempre il dovere di controllare che l’investimento sia adatto e che il sottoscrittore sappia quali sono le caratteristiche e i relativi rischi.
La responsabilità degli intermediari sussiste anche se il cliente firma una dichiarazione standard, senza ottenere informazioni più specifiche. La consulenza, infatti, deve essere personalizzata. Nel caso in cui dall’investimento errato derivino perdite economiche, il cliente può chiedere il risarcimento dei danni.