Cosa succede in caso di fallimento di un exchange di criptovalute? Ecco 8 risposte a 8 domande molto interessanti: leggi di più!
Il fallimento di un exchange di criptovalute si verifica quando una piattaforma di trading di criptovalute non è in grado di pagare i propri debiti o di far fronte ai propri obblighi finanziari nei confronti dei clienti e dei creditori.
Negli Stati Uniti Capitolo 11 riorganizza i beni di un’azienda, consentendole di rimanere in vita e di pagare i debiti. Il Capitolo 7, invece, liquida i beni di un’azienda con un piano di rimborso. Vediamo qualche domanda interessante.
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Gli investitori possono presentare un reclamo al tribunale fallimentare e seguire il processo delineato dall’azienda. Le specifiche del processo di recupero variano a seconda della giurisdizione e delle condizioni di fallimento dell’exchange.
La regolamentazione degli exchange di criptovalute varia da Paese a Paese: alcune giurisdizioni li sottopongono a controlli specifici o a quadri normativi, mentre altre operano con poca o nessuna supervisione.
Gli investimenti in criptovalute non sono generalmente protetti dal governo come i depositi bancari tradizionali.
La FDIC non protegge gli investimenti in criptovalute né altri programmi assicurativi sostenuti dal governo.
I tribunali hanno difficoltà a classificare le criptovalute come beni nei casi di bancarotta, poiché non sono esplicitamente menzionate nel Codice fallimentare statunitense.
I creditori garantiti in genere ricevono i pagamenti per primi, seguiti dai creditori non garantiti e dagli investitori, come i titolari di conti in criptovalute.
Tra i fallimenti di criptovalute degni di nota ci sono quelli di FTX, Voyager, Celsius, 3 Arrows Capital, BlockFi e Genesis.
Gli investitori possono proteggere il proprio patrimonio in criptovalute utilizzando portafogli hardware per controllare le proprie partecipazioni in criptovalute, evitando di sovraesporsi a un unico exchange e facendo una due diligence sulle borse che utilizzano.
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