Alcune indiscrezioni sostengono che Mark Zuckerberg non sarà il CEO di Meta nel 2023: un dirigente ha chiarito la questione.
Mark Zuckerberg potrebbe dimettersi dalla carica di CEO di Meta nel 2023. Ma la voce che circola ignora un dettaglio fondamentale: il miliardario controlla circa il 55% delle azioni di voto del gigante dei social media.
Il metaverso di Horizon Worlds potrebbe attirare pochissimo sostegno da parte degli azionisti o del pubblico. Tuttavia Zuckerberg non ha di che preoccuparsi.
Mark Zuckerberg non sarà più il CEO di Meta nel 2023? Ecco la verità
L’idea che Zuckerberg possa considerare la volontà degli azionisti indignati – che vogliono che lasci la società che ha fondato – è improbabile. Meta è sulla buona strada per perdere almeno $12 miliardi quest’anno, nel tentativo di costruire un metaverso che sarà pronto tra un decennio.
Ma il portavoce di Meta Andy Stone ha twittato “Questo non succederà“.
Zuckerberg crede fermamente che i metaversi siano il futuro dei social media, dell’intrattenimento e del lavoro. Tanto che l’anno scorso ha ribattezzato l’azienda da Facebook a Meta.
È rimasto fermo nel suo impegno per il progetto, promettendo di spendere da $10 a $15 miliardi all’anno.
Sfortunatamente, Horizon Worlds ha attirato pochi utenti, a causa della grafica che sembra indietro di un paio di decenni rispetto alla tecnologia attuale.
Ciò che gli azionisti possono fare, tuttavia, è vendere le azioni. E dato che le azioni META sono scese di circa il 70% quest’anno, con cali del 20% in più che arrivano con ogni rapporto sugli utili trimestrali, sembra che lo stiano già facendo.
E in una certa misura, Zuckerberg lo sta almeno riconoscendo, sottolineando nella chiamata sugli utili del 26 ottobre che la maggior parte delle spese in conto capitale dell’azienda riguardava l’Intelligenza Artificiale ed i data center. Ha anche cercato di mostrare alcune buone notizie su Reels, la risposta di Meta a TikTok, di cui gli azionisti erano molto più preoccupati.
Tuttavia, le azioni della società sono rimbalzate di circa l’1%, ha riferito Reuters, il che è almeno un’espressione di malcontento.