BlockFi interrompe nuovamente i prelievi: facciamo il punto sugli ultimi aggiornamenti delle piattaforme colpite dal disastro FTX e SBF.
BlockFi, un prestatore di criptovalute in difficoltà, sfuggito alla bancarotta quest’estate dopo un prestito di 400 milioni di dollari dall’exchange FTX di Sam Bankman-Fried, ora insolvente, ha nuovamente interrotto i prelievi.
Il prestatore di criptovalute ha evitato la bancarotta quest’estate dopo l’intervento del CEO di FTX Sam Bankman-Fried, ma deve affrontare un futuro incerto dopo che lo stesso scambio travagliato ha interrotto i prelievi.
BlockFi, situazione prelievi dopo il disastro FTX
Citando la “mancanza di chiarezza sullo stato di FTX“, BlockFi ha chiesto ai clienti di non effettuare depositi sui loro portafogli BlockFi o conti interessi, dicendo il 10 novembre:
“Non siamo in grado di operare come al solito. Fino a quando non ci sarà ulteriore chiarezza, stiamo limitando l’attività della piattaforma, inclusa la sospensione dei prelievi dei clienti“.
FTX questa settimana ha interrotto i prelievi e sta rischiando il fallimento. I timori sono che fosse gravemente in sottogaranzia a seguito di $10 miliardi di prestiti alla sua società di trading Alameda Research, che presumibilmente includevano i fondi dei clienti dell’exchange. Bankman-Fried ha dichiarato in un thread di scuse su Twitter il 10 novembre che anche Alameda sarà liquidata.
Non arriverà nessun salvatore
L’annuncio rappresenta un duro colpo per BlockFi, nonché un’umiliante inversione di tendenza per Bankman-Fried. Solo cinque mesi fa l’ex miliardario si è presentato al New York Times e al Wall Street Journal come un salvatore di società cripto in diffioltà. Ha offerto $750 milioni a due piattaforme di prestito in criptovalute, che erano state schiacciate dall’insolvenza dell’hedge fund Three Arrows Capital.
Bankman-Fried ha detto a NPR in un’intervista di giugno di voler “prendere seriamente in considerazione l’idea di intervenire, anche se è in perdita per noi stessi“. Si riferiva al presunto bene dell’ecosistema cripto, in un momento in cui gli exchange in competizione Coinbase, Crypto.com e Gemini stavano annunciando licenziamenti. Si è anche presentato come un nuovo volto del settore, mentre si imbarcava in una campagna di lobbying da 100 milioni di dollari a Washington, DC.
Nel frattempo, un altro prestatore di criptovalute ha tentato, senza successo, di evitare il fallimento. Con un prestito di 500 milioni di dollari da Alameda Research, SBF ha dichiarato che FTX non aveva ancora concluso un accordo per impossessarsi dei suoi beni.
Il comitato dei creditori di Voyager Digital ha twittato:
“La transazione FTX/Voyager non è stata completata. Voyager non ha trasferito alcuna criptovaluta o altro asset a FTX in relazione alla transazione. L’UCC prenderà tutte le misure necessarie per proteggere gli interessi dei creditori“.
Vale a dire, cercando di impedire agli investitori di rimanere impigliati nel fallimento di FTX.