Protesta ad Amsterdam a sostegno dello sviluppatore di Tornado Cash arrestato: cos’è successo

Modesta affluenza al Tornado Cash Protest ad Amsterdam: vediamo tutto quello che è successo alla protesta degli investitori.

Una manifestazione a sostegno dello sviluppatore di Tornado Cash arrestato – Alexey Pertsev – ha attirato una folla piuttosto piccola. Leggi di più.

La scorsa settimana, Ksenia Malik, la moglie dello sviluppatore di Tornado Cash arrestato, ha protestato contro l’isolamento del marito dopo il suo arresto.

È stata sostenuta da una manifestazione organizzata in piazza Dam ad Amsterdam sabato scorso, 20 agosto. Secondo quanto riportato da CoinDesk, più di 50 persone si sono riunite per mostrare la loro disapprovazione per l’ingiustizia percepita.

Tornado Cash: protesta per lo sviluppatore arrestato

Sebbene le autorità olandesi debbano ancora commentare quali leggi Pertsev avrebbe violato, la protesta ha suscitato un’affluenza piuttosto mite. CoinDesk ha riferito che molti manifestanti erano riluttanti a commentare questioni legali.

Tuttavia, la maggior parte era preoccupata per le implicazioni più ampie di questo arresto per il futuro dell’industria blockchain. Si dice che Roman Buzko dello studio legale Buzko Krasnov abbia detto:

“È un caso in cui il principio fondamentale delle criptovalute viene messo in discussione“.

CoinDesk riferisce che i manifestanti hanno cantato “il [codice] open source non è un crimine” e hanno sventolato cartelli a sostegno di Pertsev. Eléonore Blanc, fondatrice di Web3 events e società di consulenza cryptocanal.org, ha dichiarato:

“[L’arresto] va contro tutto ciò su cui ho lavorato negli ultimi due anni […] questo sta creando un effetto agghiacciante che va contro l’innovazione, che va contro la community“.

Molti altri erano preoccupati per le implicazioni per altre aree dello sviluppo web e ritenevano Pertsev responsabile di “criminali che usavano il suo codice per svolgere attività illecite“.

Tuttavia, le autorità olandesi potrebbero aver tenuto d’occhio i manifestanti, che stavano anche sventolando cartelli che dicevano “Boicotta Israele“, “Giù le mani da Cuba“, “Gesù era nero“, “Stop al prelievo di organi dal Falun Gong” e “La democrazia è tornata in Bolivia“.