Gli utenti cripto in Corea del Sud potrebbero non poter più avere accesso a oltre una decina di exchange di criptovalute, creando non poca preoccupazione tra utenti e investitori nel paese.
Le autorità locali hanno quindi bloccato le società straniere che, stando a quanto riportato, stanno operando illegalmente nella nazione.
Secondo un comunicato stampa della Financial Services Commission (FSC) della nazione, è emerso che circa 16 fornitori non registrati forniscono servizi ai coreani senza essere registrati presso le autorità competenti.
Le piattaforme sono finite al centro delle indagini di un’unità di intelligence dell’FSC all’autorità investigativa del paese e l’accesso ai loro siti Web dall’interno dei confini è stato bloccato in queste ore.
Tra gli exchange coinvolti nel blocco forzato dalle autorità sudcoreane figurano anche nomi noti, tra gli altri. KuCoin, MEXC, Phemex, XT.com, Bitrue, ZB.com, Bitglobal, CoinW, CoinEX, AAX, ZoomEX, Poloniex, BTCEX, BTCC, DigiFinex e Pionex sono gli exchange interessati dal provvidimento in questione.
L’FSC ha scoperto che stavano utilizzando siti Web in lingua coreana e organizzando promozioni rivolte ai clienti del quartiere per indirizzare i clienti coreani.
L’organismo di regolamentazione ha emesso un avviso che gli scambi non registrati non disponevano delle garanzie necessarie. Tra le garanzie non soddisfatte figurano i sistemi di gestione della sicurezza delle informazioni certificati, come richiesto dalla legge coreana. Le autorità hanno affermato che ciò potrebbe esporre gli utenti a violazioni della sicurezza.
In Corea del Sud, impegnarsi in attività commerciali illegali attraverso entità non registrate comporta una condanna fino a cinque anni di carcere o una multa fino a 50 milioni di won (circa 38.000 dollari). Oltre a questo i rispettivi servizi di intelligence domestica dei fornitori hanno ricevuto un avviso della situazione.
Negli ultimi mesi, i regolatori sudcoreani hanno rafforzato il loro controllo sul mercato delle criptovalute. In particolare sulla scia della scomparsa della stablecoin TerraUSD (UST) di Terraform Labs e del suo token nativo LUNA.
Gli uffici di Upbit e molti altri scambi di criptovalute sono stati oggetto di perquisizione mercoledì da un team di investigatori che indagava su un caso di frode relativo al fallimento della società sorella di Terraform Labs, Terraform.
Il mese scorso le autorità avevano perquisito gli uffici degli exchange locali Upbit e Bithumb. L’azione faceva parte di un’indagine volta a stabilire se il CEO di TerraLabs Do Kwon abbia intenzionalmente causato il collasso dell’ecosistema Terra. La perquisizione ha interessato anche la residenza del co-fondatore di TerreLabs, Daniel Shin.
Nel frattempo, è stata avviata un’indagine sui trasferimenti internazionali non autorizzati incentrati sul cosiddetto “Kimchi premium di Bitcoin” sui prezzi di Bitcoin in Corea.
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