Perché le criptovalute sono in un bear market? Quando finirà? In questo articolo sveliamo diversi retroscena interessanti: leggi di più!
A che punto siamo in questo bear market? È diverso dai precedenti? Cosa può farlo finire? Cercheremo insieme le risposte a queste domande difficili, continua a leggere!
Siamo ancora in bear market, non c’è dubbio. Ma vediamo una panoramica completa di come siamo entrati in questo pasticcio, cercando di capire quando ne usciremo. Copriremo i seguenti argomenti:
Iniziamo subito!
Indice dei contenuti
Abbiamo trattato i singoli motivi in diversi articoli in precedenza. La sintesi è questa:
Naturalmente, c’erano altri fattori come tutte le vicende sul mining, e gli ultimi aggiornamenti sui tassi di interesse e la regolamentazione. Ma il quadro generale è l’inflazione → tutti iniziano a vendere i propri asset rischiosi → il crollo del mercato delle criptovalute.
Le criptovalute sono sopravvissute a diversi bear market. Ciò spiega il sentimento complessivamente positivo del settore, dal momento che “la criptovaluta si riprende sempre“. Per dare uno sguardo ai mercati ribassisti storici delle criptovalute, puoi cliccare sulla ricerca di Messari.
Come puoi vedere, i catalizzatori dei bear market sono sempre stati diversi, ma si sono leggermente spostati dagli hack (sebbene ne abbiamo avuti anche nel 2021) all’ambiente macro e industriale fino al collasso di diversi fondi di investimento.
Sebbene ci siano ancora dei motivi per rimanere bullish sulle criptovalute – anche a breve termine per quest’estate – vale la pena guardare gli indicatori per capire a che punto siamo in questo bear market e quanto durerà.
Un indicatore è basato sul prezzo rispetto al crollo nei vari cicli. La capitolazione basata sul prezzo avviene quando gli investitori troppo bullish vengono liquidati: questo è quello che è successo ai fondi e alle piattaforme di cui sopra. L’opinione condivisa è che – per quanto riguarda questo ciclo – la liquidazione basata sul prezzo sia in gran parte finita.
La capitolazione basata sul tempo è quando il costo medio delle criptovalute acquisite scende prima al di sotto della soglia di profitto non realizzato, per poi risalire al di sopra di essa. Questo vuol dire che il mercato sta cercando il suo fondo (o bottom). Per ora siamo sotto questa soglia, ma non lo siamo da molto tempo.
L’attuale media di 244 giorni al di sotto della soglia indicherebbe una potenziale fine della capitolazione nel febbraio 2023. Ma quello che è successo nel passato non necessariamente si ripeterà nel futuro.
Un altro fattore è il Puell Multiple, che è il valore in dollari dell’inflazione di Bitcoin rispetto alla sua media mobile a 365 giorni.
Supponiamo che l’attuale tasso di emissione di Bitcoin (= inflazione) sia 6,25 BTC per $20.000, ovvero $125.000 dollari per blocco estratto. Se il prezzo medio negli ultimi 365 giorni è stato più alto, Bitcoin era probabilmente in un bull market e ora è a prezzo di sconto. Se il prezzo è stato più basso negli ultimi 365 giorni, Bitcoin era probabilmente in un bear market ed oggi costa di più di quanto vale.
Esattamente quanto economico o costoso dipende da questa differenza: il Puell Multiple. In altre parole, misura quanto sia redditizio il mining.
Attualmente, il multiplo di Puell segnala un potenziale minimo.
Un indicatore simile è il Mayer Multiple, che confronta il prezzo attuale con la sua media mobile a 200 giorni. È alla sua seconda deviazione più bassa in assoluto.
È interessante notare che la fiducia degli investitori di lungo termine è determinante per il prezzo di BTC.
Inoltre, puoi controllare il nostro confronto tra i drawdown del mercato ribassista del 2018 e del 2022.
I dati on-chain sembrano a posto, ma i mercati ribassisti del 2018 e del 2022 sono anch’essi colpa dell’ambiente macro. Quindi i cicli di mercato di questo tipo di asset sono indissolubilmente legati alle condizioni politico-economiche globali.
Messari pensa che presto troveremo un minimo al 3-4%. Tuttavia, alcuni analisti ritengono che la mano della Fed forzerà un’inflazione elevata a causa del cambiamento strutturale delle catene di approvvigionamento (o supply chain). Alcuni tassi arrivano fino al 5-6%.
L’unica cosa (più o meno) chiara è che Bitcoin non è una copertura contro l’inflazione tanto quanto una copertura contro la base monetaria in espansione.
In altre parole, non possiamo aspettarci una bull run finché la stampante di denaro è spenta. In sintesi:
Poiché l’ambiente macro è così importante, merita una sezione aggiuntiva. In breve: è una strada accidentata da percorrere.
L’economia statunitense si è contratta dello 0,9% nel secondo trimestre del 2022. I funzionari stanno cercando di capire se siamo in recessione (se non ora, ci saremo molto presto). Le tendenze cicliche che determinano una recessione sono:
Sono tutti in via di definizione, ma non ancora negativi. Sfortunatamente, la tendenza negativa non potrà essere invertita facilmente in un ambiente così negativo come quello attuale. Basta guardare alla fiducia dei consumatori nelle maggiori economie del mondo.
Questo non è quello che vogliamo vedere quando la crescita del PIL è negativa. E a proposito, la crescita del PIL negli Stati Uniti è stata in declino strutturale da anni, ben al di sotto della media a lungo termine del 3%.
Ma se l’economia statunitense sembra debole, le prospettive per l’Europa sono decisamente peggiori.
Le cose per l’Europa stanno peggiorando da quando la Russia ha deciso di sollevare una vera e propria Spada di Damocle sopra la fornitura di gas europea per l’inverno.
Non importa quanto i responsabili politici e i direttori della comunicazione si agitino, la matematica è un linguaggio che non tollera ambiguità. E la prova sta nei dati previsionali come il PMI manifatturiero globale (fondamentalmente una misura del livello di attività dei produttori).
Se – o meglio quando – la recessione colpirà, si manifesterà in guadagni ridotti per le società statunitensi e di tutto il mondo. Questo attiverebbe un altro ribasso delle azioni. La causa e l’effetto sono più o meno così:
Inflazione in rialzo > Fed inasprisce l’economia > Tutti vendono azioni e criptovalute per acquistare USD > Gli aumenti dei tassi si ripercuotono sull’economia reale e causano recessione > Utili aziendali in calo > Più ribassi per azioni e criptovalute > Fed pivot
La parte finale del pivot è la chiave e la speranza di chiunque sia bullish sulle criptovalute (e sulle azioni). Il mercato scommette sul fatto che la Fed alla fine inverta la rotta e ristampi denaro, prima o dopo.
Allora perché il pivot?
In parole povere, gli incentivi politici ed economici per la stampa superano di gran lunga quelli per il risparmio.
La versione semplificata di questo difficile argomento è che i mercati sono convinti che la stampante si riaccenderà nel 2023.
In sostanza, sta quasi forzando la mano della Fed. Ma un paio di fattori ribassisti potrebbero invece costringere la Fed a deviare dal suo corso, e ritardare il rialzo delle criptovalute.
Alcune potenziali trappole di cui siamo a conoscenza (chiamiamola le incognite conosciute) sono:
Ma tutto questo non tiene nemmeno conto delle potenziali problemi a cui non pensiamo davvero. Chiamiamole incognite sconosciute:
In breve, sembra davvero una situazione complicata.
I ribassisti hanno saldamente il controllo di questo mercato e probabilmente rimarranno al comando almeno fino al 2023, potenzialmente anche più a lungo. Michael Burry – esatto, quello di “Big Short” – pensa che dobbiamo ancora toccare il vero fondo. Il lato positivo è che la stampante si riaccenderà prima o poi.
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