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Blockchain

5 critiche molto comuni a Bitcoin e blockchain: facciamo chiarezza

Negli ultimi anni, l’adozione della criptovaluta da parte del grande pubblico è cresciuta rapidamente e sempre più persone e istituzioni per la prima volta hanno approcciato questa tecnologia, acquistando Bitcoin e criptovalute oppure utilizzando uno dei servizi che vengono offerti dalle varie piattaforme correlate. 

Nonostante la grane crescita dei casi d’uso e della sicurezza annessa a questi strumenti, una parte considerevole della società continua ancora a opporsi a queste risorse virtuali digitali. Non è difficile incontrare persone che si oppongono con veemenza all’uso di criptovalute e NFT, se si fa trading o si investe in qualche criptovaluta o progetto annesso.

Adobe Stock

La maggior parte delle volte, i detrattori criticano questa classe di attività in via di sviluppo allo stesso modo, definendola uno schema Ponzi, un viatico per criminali, e così via. Andiamo a vedere le critiche infondate più diffuse e cosa c’è da sapere a riguardo dando uno sguardo più approfondito sul tema.

“Bitcoin è uno schema Ponzi”

Questa è probabilmente la convinzione più diffusa da chi parla criptovalute non avendo idea della loro reale natura e del funzionamento della tecnologia alla base di questi strumenti. 

Il valore dei token, secondo i detrattori, aumenta solo quando c’è un mercato speculativo che gonfia i prezzi. 

Lo stesso ragionamento però si potrebbe fare per moltissimi altri strumenti come penny stock e altri investimenti ad alto rischio. Inoltre, il costo delle criptovalute popolari come Bitcoin, spesso indicato come schema Ponzi, è diminuito in modo significativo negli ultimi dieci anni. Tuttavia, non ha mai raggiunto lo zero, che in genere è il modo in cui finisce uno schema Ponzi. Invece, dopo un calo, il prezzo di queste monete sale tipicamente a nuovi massimi, cosa inaudita in uno schema Ponzi.

L’errore concettuale

In ultimo, la critica non sta in piedi neanche sul piano concettuale. Lo schema Ponzi ha una sua struttura e uno schema ben definito. Si raccolgono cioè capitali promettendo ritorni elevati e incentivando gli investitori a coinvolgere altre persone, spesso con premi economici. Una volta coinvolti i primi “investitori”, le ricompense elevate e insostenibili vengono pagate regolarmente, così che la fiducia nello schema si diffonda tra i primi partecipanti inconsapevoli.

I ritorni promessi chiaramente non provengono dalle attività economiche millantate, ma provengono unicamente dagli investimenti dei malcapitati che sono entrati nello schema in un momento successivo. Quando i premi da pagare diventano eccessivi, chi ha organizzato lo schema scappa con la cassa e lascia tutti quanti con il cerino in mano.

Per far si in ogni caso che lo schema venga realizzato, deve necessariamente esserci una mano che muove i fili dall’alto e stacchi la spina al momento giusto. Bitcoin è una rete decentralizzata, distribuita in migliaia di nodi indipendenti sparsi per il globo. Di conseguenza, non potendoci essere una singola entità che controlla l’organizzazione, non può trattarsi di uno schema Ponzi per definizione.

“Le criptovalute non hanno valore intrinseco”

Un malinteso comune sulle criptovalute è che, a differenza delle valute legali, non abbiano alcun valore intrinseco. Poche persone sono consapevoli, tuttavia, che dal momento che il dollaro è stato rimosso dal gold standard, anche le valute legali mancano di valore intrinseco. Se vogliamo intenderlo secondo la stessa cornice. 

Valgono solo ciò che le rispettive banche centrali affermano di valere e quanto bene sta facendo l’economia nazionale. Al contrario, il valore delle criptovalute deriva dai casi d’uso della tecnologia blockchain sottostante. Naturalmente andiamo a escludere dal discorso quei token che non hanno alcun caso d’uso se non la speculazione. Ma nel momento in cui rispondiamo a una generalizzazione come quella proposta, per smentirla è succingente trovare un solo esempio a confutare la generalizzazione. Ci riferiamo quindi alle criptovalute che hanno realmente un caso d’uso reale, interno al mondo cripto o che abbia utilità nell’economia reale.

Ad esempio, la rete di dispositivi Internet of Things (IoT) chiamata Helium Network utilizza la tecnologia blockchain. Può anche essere utilizzato per avvisare gli utenti quando sono disponibili parcheggi e monitorare la qualità dell’aria. Il valore della criptovaluta nativa del progetto in questo caso è determinato anche dai suoi casi d’uso.

“Non si può comprare nulla con le criptovalute”

Questo poteva essere vero alcuni anni fa, seppur gli acquisti con Bitcoin erano abituali fin da pochi mesi dopo la sua nascita in molti grandi ecommerce (Alibaba in primis), ma i tempi stanno cambiando rapidamente. 

Oggi puoi usare le tue criptovalute per pagare grosso modo qualsiasi cosa. Da un biglietto aereo a un paio di scarpe di fascia alta. I marchi si stanno rapidamente unendo al carro delle criptovalute in numero crescente. C’è un enorme afflusso di marchi che abbracciano le criptovalute, comprese case di moda di fascia alta come Gucci e Balenciaga, produttori di orologi di lusso come Tag Heuer e persino ristoranti fast-food come Chipotle.

“Le criptovalute sono uno strumento usato dai criminali per delinquere”

Senza scadere in risposte banali, come quella che anche i dollari e gli euro, specialmente i contanti, posso essere utilizzati per compiere e finanziare atti criminali. Inoltre è vero che ci sono stati una serie di hack e incidenti in cui i criminali sono stati scoperti ad utilizzare le criptovalute per finanziare le loro attività illegali. Ma la tecnologia blockchain è fatta per essere incredibilmente sicura e scoraggiare i criminali. La natura completamente aperta e trasparente della blockchain, oltretutto, rende molto difficile rendere le proprie movimentazioni completamente anonime e, obiettivamente, esistono strumenti molto più comodi e sicuri per operare nell’ombra, qualora fossero quelle le intenzioni.

La maggior parte degli hack e degli attacchi informatici è infatti il risultato della mancanza di consapevolezza degli utenti, che spesso cadono vittime di schemi di phishing e attacchi di social engineering. I dati del Crypto Crime Report 2022 di Chainanalysis hanno rivelato che solo lo 0,15% di tutte le transazioni di criptovalute sono state inviate a indirizzi utilizzati illegalmente in termini di utilizzo. Secondo il rapporto, le transazioni legali di criptovalute sono già più numerose di quelle non autorizzate e lo faranno fino al 2022.

“La tecnologia blockchain non ha casi d’uso oltre alle criptovalute”

Molte persone credono anche che solo le criptovalute possano utilizzare la tecnologia blockchain. Ma niente potrebbe essere più lontano dalla verità. Oggi, i processi in tutti i settori vengono migliorati dalla blockchain. Alle entità centralizzate, la tecnologia blockchain può aggiungere sicurezza, immutabilità e trasparenza. 

La gestione della catena di approvvigionamento, i registri delle proprietà e il voto hanno tutti trovato applicazioni per questo. Anche le banche, il pilastro della finanza convenzionale, stanno ora utilizzando la tecnologia blockchain per sviluppare le proprie CBDC.

Alcuni esempi di casi d’uso

La blockchain  Ethereum supporta anche una blockchain privata incentrata sulle applicazioni aziendali. Enterprise Ethereum è una piattaforma che permette alle compagnie di usare sia la blockchain principale pubblica che le reti private che poggiano su Ethereum. Inoltre, altre compagnie come IBM, Hyperledger, R3 Corda e Tezos offrono servizi blockchain privati.

Hyperledger Fabric viene utilizzato per creare applicazioni con caratteristiche uniche per la gestione dell’identità e controllo degli accessi. Grazie a queste caratteristiche, la blockchain e il registro condiviso sono tecnologie di grandissimo valore per tutte le organizzazioni che hanno bisogno di monitoraggio della catena di approvvigionamento, di programmi di ricompensa, della compensazione e nel regolamento di attività finanziarie, e così via.

Walmart è certamente un altro ottimo esempio di compagnia che adotta una piattaforma blockchain privata basata su Hyperledger Fabric. 

L’adozione di questa tecnologia consente a Walmart di tracciare le origini del prodotto. I certificati di autenticità vengono caricati nel libro mastro dai suoi fornitori. Ciò consente all’azienda di identificare l’origine del prodotto in pochi secondi, anziché in giorni.

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Michele Felice

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