La DeFi, ossia la finanza decentralizzata, ha visto la sua enorme diffusione al grande pubblico nel 2021, portando sul mercato un nuovo modo per gli investitori in criptovalute di ottenere ritorno stellari sui propri depositi.
Ora, gli investitori che si sono lasciato abbagliare solamente dai ritorni, senza aver valutato attentamente rischi e sostenibilità delle varie piattaforme cui avevano affidato i propri risparmi, si stanno scontrando con una realtà un po’ diversa da quella che si aspettavano.
Con il crollo devastante del progetto Terra-LUNA e della sua stablecoin algoritmi UST, che ha causato la perdita di decine di miliardi di dollari a utenti e investitori, si è dato il via a una serie di eventi che stanno aprendo gli occhi a molti. Dopo quel triste evento, i mercati hanno accelerato la caduta già in corso, causata in buona parte anche da situazioni macroeconomiche particolarmente avverse.
In seguito, sono iniziate a piovere insolvenze o chiusure da parte di numerosi servizi di lending di criptovalute ed exchange negli ultimi due mesi. L’attenzione del pubblico si sta ora concentrando nel capire se i tassi annuali del 5%, 10%, 20% o più siano promessi sia dalla DeFi che dai finanziatori della finanza centralizzata (CeFi), non siano sempre stati troppo belli per essere veri.
Potrebbe quindi essere il momento di domandarsi seriamente se la DeFi dovrà ritirarsi da quelle promesse a due cifre che inizialmente sembravano la norma per questo modello finanziario nuovo e, nel caso, se può in qualche modo sopravvivere senza di esse.
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Celsius Network, il primo a cedere
Il primo a cedere alla tempesta dei mercati di questi mesi è stato Celsius. La grande piattaforma di lending di criptovalute ha congelato i prelievi su circa 12 miliardi di dollari di fondi degli investitori. Mentre cerca di stare a galla in ogni modo, lottando con le unghie e con i denti per evitare il fallimento.
Celsius in passato aveva offerto rendimenti fino al 17% su varie criptovalute depositate.
A novembre, quando il mercato rialzista era ancora a distanza di un paio di settimane per schiantarsi contro il muro e bitcoin si stava avvicinando al record storico di 70.000 dollari, Celsius ha detto questo in un comunicato stampa che annunciava di aver pagato più di 1 miliardo di dollari di ricompense agli investitori.
“Con Celsius che paga un rendimento a un tasso di 15 milioni di dollari a settimana mentre le banche continuano a pagare in media lo 0,01%, è facile capire perché così tanti hanno scelto di aprire conti con Celsius e guadagnare con le criptovalute”
DeFi: nuove consapevolezze
Ora, anche coloro che non hanno i loro fondi affidati a un protocollo decentralizzato stanno imparando che la DeFi è un gioco pericoloso che non ha dietro la Federal Deposit Insurance Corporation. O un controllore della valuta per stabilire gli standard per la governance del rischio.
Ad aggravare il problema c’è un’economia che si sta dirigendo verso quella che probabilmente sarà una forte recessione. Inoltre un mercato delle criptovalute che sta andando in gran parte in discesa che sta facendo ritirare i trader di criptovalute. Questi fatti erano alla base della decisione di Goldman Sachs di declassare l’exchange di criptovalute Coinbase quotato al Nasdaq.
Indicando l’aumento dei timori e l’aumento del costo del prestito a tutti i livelli, Laura Vidiella, vicepresidente dello sviluppo aziendale e della strategia presso LedgerPrime, un market maker di derivati crittografici, ha dichiarato a The Block che c’è la seria preoccupazione che il rischio “si riverserà in DeFi” nel suo insieme, con conseguente minor prestito e meno fondi investiti in progetti DeFi.
Il crollo nel TVL totale del settore
È difficile quantificare se ciò stia già accadendo. Il Total Value Locked, valore totale bloccato (TVL,) in vari protocolli finanziari decentralizzati era di oltre 100 miliardi di dollari nella prima settimana di novembre 2021. Quando poi il mercato delle criptovalute è andato in ribasso a inizio di quest’anno, secondo DeFi Pulse, è difficile trovare gli stessi protocolli con perdite inferiori anche al 50%. L’attuale TVL generale tra tutti i protocolli in vigore, di poco supera ad oggi i 40 miliardi di dollari.
Dopotutto, il prezzo del bitcoin è sceso di circa il 70% in quel periodo, le altcoin spesso anche di più toccando il -95% o peggio. Di conseguenza il TVL più basso potrebbe essere in buona parte dovuto al fattore della quotazione più basso degli asset. Non necessariamente alla fuga rovinosa dai mercati descritta dai più.
C’è chi ci crede ancora e incrementa gli investimenti
Il prestatore di criptovalute CoinFLEX, che ha bloccato i prelievi la scorsa settimana dopo che un cliente non è riuscito a rimborsare un prestito di 47 milioni di dollari. Ha però ancora fiducia negli alti tassi di rendimento e scommette che lo facciano anche gli investitori.
Il 27 giugno, quattro giorni dopo l’interruzione dei prelievi, ha annunciato l’intenzione di vendere 47 milioni di dollari in token con il 20% di interessa annuo a investitori accreditati non statunitensi. Il che significa coloro che non potranno attivare una causa contro di loro presso la Securities and Exchange Commission (SEC). Abbiamo parlato in modo approfondito della vicenda in QUESTO ARTICOLO
D’altra parte, un cliente di BlockFi – un prestatore di criptovalute sostenuto da una linea di credito di 250 milioni di dollari dal famoso exchange di criptovalute FTX – ha detto a The Block che avrebbe affermato che sarebbe stato “molto prudente” nel suo prestito in futuro.
Alcuni opinioni degli esperti di settore
“Quello che sta accadendo con Celsius avrà serie ripercussioni per il settore”, ha detto recentemente a Bloomberg Mahin Gupta, fondatore della piattaforma di custodia di asset digitali Liminal. “È un giocatore non insignificante e il suo apparente fallimento avrà effetti a catena”.
E mentre Celsius Network era CeFi – sebbene abbia investito in progetti DeFi, oltre a concedere ingenti prestiti e altri investimenti – ciò che è successo dovrebbe costringere gli investitori a “essere perfettamente consapevoli di quanto siano interconnessi i diversi prodotti DeFi, oltre a che lo sono tutti influenzati dalla politica della Federal Reserve”, ha detto a Bloomberg la professoressa di diritto dell’Università americana Hilary Allen, specialista in regolamentazione della stabilità finanziaria. “Non esiste un ‘rifugio sicuro’ crittografico”.