I miner di bitcoin costituiscono una parte considerevole dei detentori del token. In seguito ai recenti crolli di mercato c’è la possiblità che alcuni di loro vendano i loro btc, essendo diventato il mining meno redditizio.
I dati di Bitinfo mostrano che la redditività media del mining è di circa 10 centesimi al giorno per 1 hash di transazione. Un valore che si avvicina pericolosamente ai minimi storici.
Un forte e repentino calo dei prezzi di Bitcoin, unito all’aumento dei costi energetici quest’anno, hanno gravemente influenzato la redditività del mining mettendo in crisi gli operatori che reggono l’infrastruttora della blockchain più grande e importante al mondo.
Bitcoin ha visto un calo nelle sue quotazioni di oltre il 50% da inizio anno. Nel momento in cui scriviamo, btc viene scambiato a circa 21,000 dollari, un prezzo più basso di circa il 73% dal suo massimo storico di 69,000 dollari registrato lo scorso novembre.
Mentre i principali minatori sono stati visti alleggerire le loro dotazioni e vendere parte degli asset detenuti fino a maggio e giugno di quest’anno. La prolungata debolezza nei prezzi e la ripetuta fuga dai mercati, il tutto unito al calo della redditività per le attività di minino, potrebbe fare da innesco a ulteriori operazioni di scarico da parte dei minatori di Bitcoin in forte crisi finanziaria.
La banca d’investimento JPMorgan ha dichiarato in una recente nota che i prezzi di Bitcoin rimarranno bassi se i minatori continueranno a scaricare le loro partecipazioni. Stando a quanto ha riferito Bloomberg.
Gli analisti di JPMorgan hanno infatti citato il rischio tangibile che i minatori possano continuare a scaricare i loro token, data la loro limitata esposizione ai mercati dei capitali.
Secondo i dati di Arcane Research, le entità che si occupano di minino di Bitcoin attualmente quotati in borsa, Marathon Digital e Riot Blockchain, hanno entrambi venduto più bitcoin di quelli che sono riusciti a estrarre a maggio. Qualora questa tendenza dovesse prolungarsi, il mercato di Bitcoin e di tutte le criptovalute potrebbe dover affrontare una enorme pressione di supply.
Ciò, riportato all’operatività di trading e speculazione finanziaria, significa trovare un muro di vendita che renderà ancora più difficile per il prezzo di Bitcoin tornare a viaggiare ai livelli che abbiamo visto durante gli scorsi mesi.
All’inizio di questo mese, i minatori di Bitcoin avevano spostato la cifra record record di 1,7 miliardi di dollari sugli exchange di criptovalute. Con tutta probabilità per venderli, tutti o in pare. Come si è poi osservato, la quotazione di Bitcoin era precipitata poco dopo, rompendo anche l’importante supporto psicologico dei 20,000 dollari per token.
La tendenza non fa che riflettere le condizioni estremamente ribassiste nel mercato delle criptovalute. Tenendo anche conto che in genere i miner sono da sempre stati gli ultimi a vendere le loro partecipazioni.
Ma dato che i miner sono gli ultimi a vendere durante un mercato ribassista, la loro attuale corsa ale vendite potrebbe indicarci che è in vista un altro bottom per la criptovaluta più grande e importante al mondo.
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