Lo stop motori benzina-diesel entro il 2035 non appare più scontata. Ecco quale potrebbe essere lo scenario in merito a questa delicata tematica
Si va sempre più verso la neutralità tecnologica e ciò potrebbe stravolgere nuovamente gli investimenti da parte delle case automobilistiche.
Sembrava essere tutto pronto per l’addio ai motori a benzina e diesel entro il 2035, ed invece le carte in tavola sono radicalmente cambiate. Il tutto è frutto di un testo approvato dal Parlamento europeo (con 27 voti favorevoli, 14 contrari e 7 astenuti) secondo il quale non è più indispensabile ridurre le emissioni del 100%, ma basta anche solo il 90%.
Così facendo si lascia ancora spazio ai veicoli a combustione. Il che per le case automobilistiche è un “incentivo” a non abbandonare la tradizione. Quindi si va verso una neutralità tecnologica, dovuta anche ad altri fattori.
Infatti, vista anche la fase storica attuale in cui l’approvvigionamento di energia elettrica è diventato più complicato per via della guerra, per molti costruttori appare utopistico rispettare i tempi del cambiamento, già comunque troppo stringenti.
In virtù di ciò lo scenario futuro potrebbe essere appunto quello della neutralità tecnologica. Un sistema in cui i produttori potrebbero continuare ad investire nella realizzazione di auto a motore termico e ibride anche dopo il 2035.
Probabilmente molti brand del settore preoccupati dalle possibili ripercussioni sul proprio andamento insieme ai vari governi europei (tra cui quello italiano) hanno fatto pressione sull’Unione Europea spingendola a rivedere i propri piani, che avevano delle radici piuttosto profonde.
Una linea sposata anche da Massimiliano Salini relatore del Ppe del regolamento sugli standard di CO2 per auto nuove e veicoli leggeri, che è naturalmente favorevole alla transizione ecologica. Non vede nell’elettrico l’unica via per raggiungere la decarbonizzazione. Infatti a maggior ragione saranno prese in considerazione varie alternative. Tra queste spiccano i biocarburanti, l’idrogeno, i carburanti sintetici e le motorizzazioni ibride.
L’altra faccia della medaglia è il clamoroso rallentamento del piano Fit-for-55 (studiato per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Dunque la definitiva svolta Green sembra ancora una volta procrastinata a data da destinarsi o comunque bruscamente rallentata rispetto a quanto previsto.
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