Quali rischi comporta andare in pensione anticipata a 60 anni? Se è vero che l’età limite rimane quella di 67 anni, non è detto che decidere di lasciare “il mondo lavorativo” prima della media sia per forza di cose rischioso e comporti perdite elevate. Certo, alla fine tutto dipende dai tuoi anni di contributi. Se hai iniziato a lavorare in fabbrica all’età di 23 anni, tutto sommato potrebbe non essere tanto male decidere di “godersi in anticipo” il meritato riposo, magari ancora nel pieno della propria salute psico-fisica.
Nel 2023 non cambiano i requisiti per accedere alla pensione, adeguata all’aumento dell’aspettativa di vita, tanto da continuare a permettersi di fissare il limite a 67 anni e andare in pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contribuzione (41 anni e 10 mesi per le donne).
Questo decreto riporta i dati Istat sulla speranza di vita a 65 anni che, a causa della pandemia, si è ridotta sì è vero, ma in fondo di soli tre mesi nel 2020. (E andare in pensione a soli 40 anni? Utopia?)
«Fatto salvo l’adeguamento alla speranza di vita già applicato dal 1° gennaio 2021 che non ha previsto alcun aumento – si legge – a partire dal 1° gennaio 2023, in attuazione delle disposizioni del decreto 27 ottobre 2021, i requisiti pensionistici non sono ulteriormente aumentati”.
Per i lavoratori che abbiano svolto una o più delle attività ritenute gravose o che siano stati coinvolti in lavori particolarmente faticosi e gravosi, per il periodo previsto dalla legge, e che siano in possesso di un’anzianità di almeno 30 anni, il registro dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia è previsto anche per il biennio 2023/2024 al raggiungimento dei 66 anni e 7 mesi.
Per i lavoratori che hanno il primo credito contributivo dal 1° gennaio 1996 (e sono quindi interamente contributivi) e hanno maturato una pensione di importo inferiore a 1,5 volte il minimo ma hanno almeno cinque anni effettivi di contribuzione, il requisito pensionistico “è perfezionato, anche nel biennio 2023/2024, al compimento dei 71 anni di età”.
Ma alla fine conviene davvero andare in pensione a 60 anni? Secondo gli esperti è sempre meglio, se possibile, aspettare qualche anno in più. Quando si va in pensione, di fatto si smette di versare contributi. Se si sommano i mancati versamenti e il coefficiente di trasformazione meno vantaggioso, si comprende il perché l’anticipo è sempre meno conveniente.
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