Diciamoci la verità, gli italiani non amano affatto il canone Rai. Sia perché, da sempre, l’abbonamento televisivo, almeno per una parte dei cittadini, viene visto come una forma di imposizione, sia perché non tutti condividono a pieno la programmazione e i contenuti della Tv di Stato.
Certo è che, con la possibilità oggi di scegliere tra tanti canali, e con le i programmi a pagamento diventati sinonimo di libertà di visione a 360 gradi (della serie pago proprio perché voglio questo tipo di programmazione e non un’altra), il canone Rai è diventato ancora più inviso a una parte della collettività.
Pagare per non scegliere ciò che voglio vedere? Perché mai! Inoltre con la crisi economica in atto, dopo due anni di pandemia, faremmo un po’ tutti a meno di spendere 90 euro all’anno in questo modo. (Li conosci gli stratagemmi per non pagarlo?)
Se poi pensiamo che ancora oggi ci viene imposto di pagare il canone con la Bolletta della Luce Elettrica, proprio in ragione della palese lotta all’evasione del Canone, il livello di gradimento certo non è aumentato a dismisura.
Ma qualcosa è cambiato, ed è già previsto che ciò avvenga. Dal 2023 niente più canoni Rai in bolletta. Ma come pagheremo? Si tornerà al bollettino?
Come noto, alcune settimane fa, è stato approvato un ordine del giorno presentato da Maria Laura Paxia del gruppo Misto, pienamente accettato dal governo.
Prevedeva apertamente di “adottare provvedimenti normativi volti a separare il canone Rai dal 2023”. Così, sottolineava l’On.Paxia, affermando che “viene dato seguito all’impegno preso con l’Unione Europea, che aveva chiesto lo scorporo del canone”.
Preoccupazione è stata più volte espressa da Usigrai, il sindacato giornalisti Rai. “Il compenso italiano – ricordano – è il più basso d’Europa, così come il numero di giornalisti in organico in proporzione alle ore di autoprodotto. Il rischio è che l’unbundling dal disegno di legge si traduca in una nuova corsa all’evasione”.
L’Unione Europea aveva chiesto senza mezzi termini di separare il canone della tv di Stato dalla bolletta della corrente elettrica, giudicandola a suo tempo come una “combinazione impropria”.
Il governo ha attuato subito la modifica, tanto che il 16 aprile ha approvato la proposta sul Decreto Energia, presentata dalla già citata eurodeputata del Gruppo Misto, Maria Laura Paxia.
Resta, però, per ora inevasa, la domanda su quale metodo di pagamento sarà essere utilizzato.
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