Le famiglie italiane hanno bisogno di aiuto concreto, e non è affatto una esagerazione affermare che una buona parte degli italiani vive una situazione difficilissima, anche sotto la pericolosa linea di confine della soglia della povertà.
Nei mesi scorsi il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo di attuazione dell’unico assegno per i bambini e i figli.
Per questa misura sono stati stanziati fino a 15 miliardi nel 2022, che saliranno progressivamente a 19 miliardi nel 2029.
Assegno Unico: scattano i controlli dell’Inps, 22mila domande “sospette” al vaglio
In questi giorni l’Inps fa sapere che, necesse est, si sono fatti decisamente più rigidi i controlli per le approvazioni delle domande di sussidio, con richieste di documentazioni aggiuntive finalizzate ad accertare la legittimità della posizione di chi presenta la richiesta.
E, stando ai dati, sarebbero circa 22mila le domande finite sotto la lente di ingrandimento del nostro ente previdenziale, a cui sappiamo non sfugge nulla.
La speranza è che i sostegni vadano davvero a chi ne ha bisogno, poiché ci sono famiglie che sono davvero “alla canna del gas”, e non sono poche.
La strategia del Governo è chiara e naturalmente appare come l’unica soluzione possibile. Sostenere i cittadini in un momento così difficile, dove, tra rincari energetici e inflazione alle stelle, si fa fatica ad arrivare a fine mese. Soprattutto è tremendamente difficile, per alcuni, mettere anche il piatto a tavola nella regolare quotidianità.
L’assegno unico e universale è un sostegno economico riconosciuto alle famiglie per ogni figlio fino a 21 anni.
Viene definito “unico” perché unifica e sostituisce una serie di misure a sostegno delle famiglie e “universale” in quanto attribuito a tutte le famiglie con figli a carico residenti e domiciliati in Italia.
L’importo varierà in base all’ISEE del nucleo familiare, al numero dei figli a carico e alla loro età.
Per ogni figlio minorenne è previsto un importo pari a 175 euro al mese. Tale importo è interamente dovuto in caso di ISEE pari o inferiore a 15.000 euro.
Per livelli ISEE più elevati diminuisce progressivamente fino a raggiungere un valore di 50 euro, riconosciuto alle famiglie con ISEE pari o superiore a 40.000 annui. N
Nel caso in cui entrambi i genitori siano titolari di una retribuzione lavorativa, è previsto un bonus per ogni figlio di età inferiore ai 18 anni.
Il ministro della Famiglia Elena Bonetti ha spinto per ottenere l’aumento con l’intento di promuovere il lavoro femminile.