Gli aiuti alle famiglie e alle imprese rappresentano la parola d’ordine del Governo Draghi per far fronte ad una pericolosa crisi che avvolge l’Italia tra due fuochi che divampano sempre di più, di ora in ora. Ed ecco a voi il Decreto Aiuti: basterà davvero?
Da una parte ecco incombere, da settimane, la crisi energetico-economica, con gli aumenti dei carburanti e quelli direttamente collegati ai beni di primi necessità. Una situazione che non lascia altra soluzione che quella di costruire “un apparentemente solido castello” di incentivi e sostegni per la collettività. Dall’altra l’aspro e sanguinoso conflitto russo-ucraino che è come sale sulle già profonde ferite.
Il taglio del cuneo fiscale e la detassazione degli aumenti contrattuali sono le misure base per aiutare i lavoratori che rischiano di vedersi eroso il potere d’acquisto dei salari. Alla luce di una inflazione davvero devastante.
L’idea è quella di creare uno “scudo anti-inflazione”, un’operazione in grado di appesantire gli stipendi.
Fino al 30 giugno sarà in vigore il taglio delle accise sulla benzina, che garantisce ai consumatori un risparmio di 30,5 centesimi al litro.
Se il gas russo scompare il prossimo inverno, gli europei dovranno quindi prepararsi al razionamento. E con essi immaginiamo cosa accadrà agli italiani, senza alternative, dipendenti per quasi il 40% dal gas russo.
Il razionamento del gas colpirà le persone dove fa più male, proprio nelle loro stesse case
Il gas è la principale fonte di energia per le famiglie (32,1%) con il settore residenziale – principalmente riscaldamento – che rappresenta la maggior parte della domanda di gas dell’UE (40%), seguito dall’industria e dall’uso del gas per la produzione di energia.
Dal bonus taglia-bollette ai contributi a fondo perduto per le imprese, ecco cosa prevede il nuovo Decreto aiuti. Includendo, tra l’altro, pure l’attesa proroga dello sconto sul carburante alla pompa. Grazie alla temporanea riduzione delle accise.
Ma è lecito chiedersi ancora una volta: tutto questo basterà davvero? Non ci sono per ora altre soluzioni che quelle “tampone” dei bonus e dei sostegni. Ma a lungo andare va pianificato qualcosa di diverso.
Passare a sistemi di riscaldamento rinnovabili richiede tempo ed è un cammino irto di insidie. Il sostegno ai proprietari di case e gli incentivi finanziari alle aziende non sono sufficienti per stimolare il passaggio epocale, almeno non da subito. Questi sono sforzi colossali che vanno pianificati in decenni, non in mesi, quando sei con le spalle al muro.