Dal 30 giugno prossimo in Italia si annunciano davvero tempi duri per i rivenditori e i commercianti con l’obbligo di accettare i trasferimenti elettronici dei cittadini attraverso l’uso dei Pos.
Il Governo Draghi rimane determinato su questioni delicate e urgenti come il pieno sostegno a tappare le falle della crisi economica, da un lato, e nel contempo continuare la lotta serrata all’evasione fiscale.
A partire dal 30 giugno 2022 il Consiglio dei ministri è pronto a “sferrare” sanzioni a quelle imprese che non accettano pagamenti con bancomat o carte di credito. Le sanzioni partiranno da un minimo di 30 euro per commercianti e professionisti che rifiutano le modalità digitali. Le sanzioni saranno aumentate in base alla percentuale del canone versato.
L’obbligo POS, in vigore dal 2014, non è stato mai attuato. I fornitori di servizi o di vendita hanno quindi dovuto accettare l’obbligo dei pagamenti elettronici. Ovviamente non si deve tenere conto di eventuali problemi tecnici.
Ma questa decisione fino ad ora era rimasta sulla carta. Infatti, nel nostro Paese, in media, quasi nove transazioni su dieci sono state effettuate in contanti.
Il Governo ha approvato quindi una serie di misure per combattere il commercio illegale e l’evasione fiscale.
La disciplina contenuta nel PNRR prevede sanzioni anche per gli esercenti e professionisti che rifiutano di accettare pagamenti elettronici e/o digitali tramite POS, con decorrenza dal 30 giugno 2022.
Così, grazie alle recenti decisioni sanzionatorie del Consiglio dei Ministri, sarà possibile attuare la disposizione che obbliga i luoghi di lavoro ad accettare i pagamenti POS.
Per chi è già dotato di POS e consente ai clienti di pagare con bancomat o carta di credito, non ci saranno differenze. I commercianti che, invece, fino ad ora si sono mostrati restii ai pagamenti elettronici, dovranno adeguarsi. Se rifiutassero, infatti, un pagamento con carta, rischierebbero una multa di 30 euro.
Se il provvedimento è molto apprezzato dai cittadini, lo stesso non si può dire di molti esercenti. A questi ultimi proprio non piace l’idea di avere dei POS. Lo stesso vale per le associazioni di categoria. Lo ribadisce Oscar Fusini amministratore di Ascom Confcommercio. “La diffusione dei pagamenti elettronici va perseguita ponendo in essere scelte decisive per ridurre le commissioni e i costi a carico delle imprese e dei consumatori”.
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