Parliamo oggi di luci e ombre nella gestione di un conto cointestato. In particolare se a firma disgiunta, ovvero con l’altra parte perfettamente autonoma nello svolgere operazioni di qualunque tipo.
Quando hai una relazione seria nella quale credi fermamente, soprattutto in tempi economici così precari e poco stabili in cui costruire una famiglia non è semplice per nessuna giovane coppia, e investi tutto te stesso in un rapporto, speranzoso che sia duraturo, tendi a condividere molte cose insieme, incluse le tue finanze.
Una delle domande più importanti da considerare con il tuo partner è come verranno gestite le finanze della nuova famiglia quando ci sono “due persone al timone”.
Ad esempio, ciò può significare assumersi la responsabilità condivisa per il pagamento delle bollette o lo sviluppo di obiettivi di risparmio comuni. Può anche significare combinare buste paga o altre entrate ricorrenti, in un unico conto bancario.
Conviene davvero farlo? Se ne siamo fermamente convinti, quali rischi corriamo se il nostro rapporto non viaggia perfettamente sui binari dell’equilibrio? Soprattutto se poi parliamo di firma disgiunta, siamo di fronte alla possibilità che “l’altro o l’altra” effettuino operazioni senza avere bisogno del nostro consenso.
Negli ultimi anni, però, le generazioni più giovani, anche in Italia, stanno diventando più riluttanti a condividere le proprie finanze. Secondo un recente sondaggio, il 28% delle coppie millennial afferma di mantenere separate le proprie finanze.
Avere un conto in banca cointestato con firma disgiunta offre una serie di vantaggi. Ad esempio, la condivisione di un account consente a ciascun partner di accedere al denaro quando ne ha bisogno in autonomia.
Sebbene la condivisione di un conto bancario possa semplificare il tuo sistema di gestione del denaro, ci sono anche potenziali svantaggi.
In Italia la Cassazione si è recentemente pronunciata in merito ad effettivi problemi su un conto cointestato. Se vi sono due cointestatari il denaro è considerato in comproprietà tra tutti i cointestatari, in parti uguali, quindi se uno dei cointestatari non paga le tasse oppure effettua qualsiasi operazione “poco ortodossa”, è anche la controparte ad esserne responsabile, anche se magari non è a conoscenza delle irregolarità. Risulta anche molto complicato provare la propria estraneità in tal senso. Naturalmente se siete sicuri del vostro partner, perché non dovreste correre questi rischi?
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