A partire dal 30 giugno di quest’anno, in Italia, saranno sanzionati i commercianti e professionisti che rifiutano i pagamenti con il Pos. È quanto ha stabilito il governo approvando il decreto Pnrr, che anticipa così la data prevista per l’avvio dei provvedimenti, inizialmente fissata per gennaio 2023.
L’obbligo di Pos è in vigore dal 2014, ma non erano ancora previste sanzioni. La legge appena approvata fa parte del pacchetto contro l’evasione fiscale previsto in attuazione del PNR.
Il provvedimento rientra nelle quarantacinque misure del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR), che hanno ricevuto il via libera dal Consiglio dei ministri (CDM) il 13 aprile 2022.
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La sanzione prevista è un importo fisso di 30 euro a cui va aggiunta una parte variabile pari al 4% del valore dell’operazione, il cui pagamento non è stato accettato con carta di debito, carta di credito o carta prepagata. (A proposito vi siete chiesti cosa si nasconde dietro il black out del venerdì santo?)
Confocommercio, nel contempo, chiede al governo di attuare “scelte decisive per ridurre commissioni e costi a carico di consumatori e imprese”. L’associazione si propone di rafforzare lo strumento del credito d’imposta sulle commissioni pagate dall’esercente e di prevedere micropagamenti gratuiti.
I commercianti, ovviamente, non ci stanno. «La diffusione dei pagamenti elettronici – si legge in una nota di Confcommercio – va perseguita mettendo in campo scelte decise per ridurre le commissioni e i costi a carico dei consumatori e delle imprese – a cominciare dal potenziamento dello strumento del credito d’imposta sulle commissioni pagate da il commerciante – e prevedendo la gratuità dei cosiddetti micropagamenti. Puntare in modo asimmetrico sulle sanzioni non aiuta i processi di ammodernamento del sistema dei pagamenti».
Sebbene l’obbligo di accettare tali pagamenti fosse già stato stabilito dal governo Monti, fino ad ora non erano state ancora introdotte sanzioni in caso di mancato rispetto della norma.
Sembra che il consumatore stesso dovrà denunciare l’esercente che rifiuta l’utilizzo del POS.
Poi servirà un sopralluogo da parte delle forze dell’ordine, che potranno comminare la sanzione.
Il provvedimento rappresenta un ulteriore inasprimento da parte del governo sull’utilizzo del contante e un incentivo a incrementare l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili, al fine di favorire l’emergere dell’economia sommersa e stimolare lo sviluppo tecnologico modernizzando la società e l’economia.
Un ulteriore aggiornamento riguarda le partite iva con regime forfettario. Nessun obbligo di fattura elettronica per le partite IVA in regime forfettario entro 25mila euro di reddito, fino al 2024.
Questa è una delle novità del pacchetto anti-regole di evasione contenute nel nuovo decreto, introdotto in sede di esame del testo dal Cdm. Mentre dal 1 luglio 2022 verrà annullata l’esenzione dalla fatturazione elettronica per le partite IVA con reddito fino a 65mila euro che pagano il 15% di imposta. Non sono previste penali per il primo trimestre d’imposta 2022, se la fattura viene emessa entro il mese successivo all’operazione.
Occorre facilitare, inoltre, le indagini e le altre attività di contrasto al lavoro sommerso. Si tratta di un’altra grande piaga da debellare, e tutte le banche dati esistenti dell’Ispettorato nazionale del lavoro, dell’INPS e dell’Inail saranno unificate in un unico strumento, denominato portale nazionale del sommerso.
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