Arriva un inatteso dietro front che, possa piacere o meno, segna la palese schizofrenia del momento. Sui pagamenti in contanti si compie un passo indietro rispetto a qualche mese fa.
Il Governo Draghi decisamente non trova pace. Siamo nelle settimane dei “Bonus a valanga” e delle decine di emendamenti per provare a fermare l’emorragia economica del Paese, con le famiglie allo sbando da una parte, e i sindacati che insorgono dall’altra.
Senza dimenticare che c’è da mantenere ben saldo il delicatissimo equilibrio politico in seno alle “stanze dei bottoni”.
Non ce lo aspettavamo ma alla fine è accaduto. Il limite all’uso del denaro contante sceso a 1.000 euro dal 1° gennaio 2022, torna a 2.000 euro per l’intero anno, posticipando l’entrata in vigore del limite al 2023. È il risultato di due passaggi: prima l’esame in Camera degli emendamenti nell’ambito del decreto Milleproroghe, poi la decisione definitiva del Parlamento in Commissione Finanze.
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Pagamenti in contanti: si torna alla soglia dei 2mila euro, ma è spaccatura
Il cambiamento di rotta sul nuovo limite all’uso dei contanti per un anno si concretizza nella spaccatura all’interno della maggioranza di governo, con Lega e Forza Italia che hanno votato insieme a FdI l’emendamento contro il parere del Governo.
Adesso sarà possibile pagare in contanti un acquisto di valore non superiore a 1.999,99 euro.
Bisognerà vedere se il via libera definitivo alla Camera porterà ad un capovolgimento, oltre che sul limite dei pagamenti, anche sulle sanzioni previste per i trasgressori. In pratica, con la soglia di 1.999,99 euro è stata pagata una sanzione minima di 2.000 euro, mentre con l’attuale massimale di 999,99 euro è stata pagata una sanzione minima di 1.000 euro.
Regole sui pagamenti in contanti: ecco cosa sta accadendo
Anche se cambia nuovamente la soglia sull’utilizzo del contante, non cambierà nulla per quanto riguarda i prelievi e i depositi in banca, poiché non si tratta di trasferimenti di denaro tra due soggetti diversi ma movimenti che interessano una sola persona. Sarebbe quindi legittimo recarsi in banca per prelevare 2.500 euro, mentre non sarà consentito utilizzarli tutti insieme per effettuare un unico versamento.
La decisione di ridurre drasticamente l’utilizzo dei pagamenti in contanti rientra in un piano che, in piena linea con la politica Ue, cerca di porre un freno alle transazioni illecite e soprattutto all’evasione fiscale.
La lotta all’evasione fiscale
E naturalmente questo atteggiamento, da parte di qualsiasi di Governo, è da apprezzare, dal momento che in piena crisi economica, l’evasione fiscale è come un martello che batte forte su una mano già fratturata.
Paese come Italia, Francia e Germania hanno registrato un calo della fiducia dei consumatori più grande del previsto nel mese di marzo, a causa dell’aumento dell’inflazione e della preoccupazione per l’impatto dell’invasione russa dell’Ucraina, secondo i sondaggi degli esperti.
Se da un lato quindi, i Governi, devono tenere conto del gravoso aumento del costo della vita e devono porre un freno ai rincari, sostenendo famiglie e aziende, dall’altra non ci si può permettere di abbassare la guardia sull’evasione fiscale.
Verrà il giorno che i pagamenti saranno solo digitali?
L’Italia e i partner europei hanno avviato una lotta serrata all’illegalità, abbracciando maggiori controlli e trasparenza. Per questa ragione, nonostante il dietro front del Governo su un maggiore limite all’uso dei contanti, l’era dei pagamenti esclusivamente digitali non è tanto lontana.