Siamo in un momento delicatissimo, in cui la parola investimento è una conditio-sine qua non per molte, ma tantissime famiglie italiane.
Non diventa più una scelta “etica” legata al proprio stile di vita, ma diventa gioco forza un percorso obbligato. Ma chi può ancora permettersi di investire, che strade percorre alla luce del buio tunnel in cui siamo finiti?
Ci sono quei nuclei familiari, beati loro, casi più unici che rari, che possono ancora permettersi piccoli investimenti. Naturalmente, viste le contingenze particolarissime, chi mette da parte per il futuro lo fa pensando al momento difficile, lo fa guardando concretamente al futuro dei figli, magari dei nuovi nati.
Inflazione alle stelle e natalità quasi allo zero: i pochi che possono risparmiare che percorsi scelgono?
E in una Italia in cui la natalità è tra le più basse d’Europa, in una Italia in cui si fanno pochissimi figli, chi se lo può permettere pensa al domani delle nuove generazioni.
Decidere di investire in obbligazioni fruttifere è un passaggio che può portare a utili interessanti, ma i termini di rimborso vanno rispettati.
Buoni fruttiferi postali, sempre una garanzia
I buoni fruttiferi di Poste Italiane garantiscono un investimento sicuro e soprattutto la garanzia della protezione del capitale.
Non hanno un costo di abbonamento, hanno una tassazione agevolata al 12,50% e possono essere prelevati sia in forma cartacea che dematerializzata.
Procedere con l’acquisto è molto semplice e puoi scegliere tra diverse tipologie di prodotti con differenti proprietà e prestazioni.
Inoltre, i buoni fruttiferi consentono di richiedere in qualsiasi momento il rimborso dell’importo versato. In questo caso, ottieni guadagni o perdite ? Proviamo a capire la convenienza del veicolo di investimento analizzando questo importante aspetto.
Ora Poste Italiane ha introdotto il voucher fruttifero 5×5 che porta la crescita degli investimenti fino a 25 anni. Ovviamente il proprietario può riscattare il voucher in qualsiasi momento, ma il guadagno in questo caso sarebbe inferiore.
Poste Italiane garantisce che le obbligazioni fruttifere possono essere rimborsate al 100% in qualsiasi momento. Di conseguenza, il valore del riscatto non sarà quindi mai inferiore al valore nominale del buono stesso.
La situazione naturalmente diventa molto positiva quando si consente al “buono fruttifero postale” di maturare le sue effettive potenzialità nel corso degli anni. Se quindi un genitore o un nonno, acquisteranno per un nascituro un buono postale di 1000 euro, senza mai ritirarlo fino alla maggiore età, il neo maggiorenne con l’interesse del 2,5% potrà usufruire di un capitale di 1484 euro.
Investimento: Buono Fruttifero Postale e Btp a confronto
Proviamo a questo punto a fare la differenza, scopo del nostro articolo, tra un semplice buono fruttifero postale e un Btp, ovvero un Buono Poliennale del Tesoro.
Partiamo dalla serena analisi dei fatti che un Buono Fruttifero Postale che ti regala dopo 18 anni un tasso del 2,5% non è certo da buttare.
Il Buono dedicato ai minori non staccherebbe alcuna cedola fino alla scadenza, mentre il BTP ne corrisponde una su base semestrale.
Ciò spiega perché il primo offra un rendimento composto, a differenza del secondo. Ad ogni modo, la convenienza viene meno nel momento in cui effettuiamo il confronto tra i due tassi. La cedola del BTP 2040, pur rapportata al prezzo sopra la pari dell’investimento, equivale al 2,6% netto all’anno.