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Curiosità

Carta d’identità, scoperta una nuova truffa: una cifra pazzesca

Un’ex impiegata è stata accusata di “Truffa sulle carte d’identità”. Licenziata, pagherà un risarcimento di oltre 40.000 euro al comune.

Da Civitanova si è licenziata dall’ufficio anagrafe dopo avere chiesto il trasferimento. Spetta al Comune dove lavorava un risarcimento di 44.000 euro. I collaboratori di giustizia hanno scoperto la truffa grazie all’ausilio delle telecamere.

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L’ex dipendente dell’anagrafe chiedeva ai cittadini un pagamento aggiuntivo per le carte di identità. Ha chiuso la vicenda giudiziaria con un patteggiamento al minimo e restituendo 44.000 euro al Comune. Le indagini sono scattate quando una donna sui social aveva fatto notare che aveva pagato la carta di identità elettronica più di quanto era indicato sul sito web del Comune. Vediamo bene nei dettagli cosa sta succedendo.

Truffa delle carte d’identità: ecco tutti i dettagli

Alida Scocco chiedeva tre o quattro euro in più per ogni carta. La polizia municipale aveva avviato qualche controllo, riprendendo lo sportello dell’anagrafe con alcune telecamere. La donna mostrava agli utenti un foglio con su scritto la somma da pagare, per non farsi scoprire dai colleghi. Il totale di questo giochino ammonta a 44.000 euro. Sono seguite la sospensione dall’ufficio, l’accusa di truffa aggravata e il sequestro dei depositi in banca.

Secondo la donna, che ha ammesso la sua colpa, la somma è inferiore ai 44 mila euro. Ma la polizia locale tramite l’ausilio dei contenuti video ha potuto confermare tale cifra.

La donna si è licenziata dal Comune dopo aver chiesto di trasferirsi in un ufficio senza il passaggio di somme di denaro e senza il contatto con il pubblico. L’avvocato Lorenzo Gnocchini ha chiesto di poter patteggiare la pena con il sostituto procuratore Enrico Riccioni, per chiudere così la vicenda. In udienza preliminare è stato confermato il patteggiamento al minimo, poiché la somma sequestrata è rimasta al Comune di Macerata, come risarcimento del danno. Il processo di fatto non c’è stato, quindi nessuno ha potuto chiedere il risarcimento, neanche l’amministrazione comunale.

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Elia Cancelli

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