L’Europa può ridurre la dipendenza energetica dalla Russia più rapidamente di quanto stimato in precedenza. Lo ha ha affermato recentemente il capo del Governo Mario Draghi in un’intervista al Corriere della Sera.
La diversificazione è possibile e fattibile in tempi relativamente brevi, più brevi di quanto immaginassimo solo un mese fa, ha affermato il nostro capo del Governo, dopo aver raggiunto un accordo per aumentare le importazioni di gas dall’Algeria.
“Abbiamo gas in deposito e avremo nuovo gas da altri fornitori”, ha affermato ancora Draghi, aggiungendo che gli effetti di eventuali “misure di contenimento” sarebbero lievi. “Stiamo parlando di una riduzione di 1-2 gradi delle temperature di riscaldamento e variazioni simili per i condizionatori d’aria”.
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La proposta dell’Italia di limitare i prezzi del gas naturale utilizzato per generare energia al fine di ridurre la dipendenza dalla Russia sta “guadagnando consenso” tra gli altri paesi europei, ha affermato Draghi nella sua prima intervista al giornale da quando è entrato in carica nel febbraio 2021.
L’Europa continua a finanziare la Russia acquistando petrolio e gas, tra le altre cose, a un prezzo che non ha alcuna relazione con i valori storici e i costi di produzione.
L’Italia attualmente riceve circa il 40% del suo gas dalla Russia e Draghi ha cercato fonti alternative da quando il presidente Vladimir Putin ha lanciato l’invasione dell’Ucraina a febbraio.
Ha anche detto che sta iniziando a essere d’accordo con coloro che affermano che parlare con Putin è “inutile” e “una perdita di tempo”.
“Ho l’impressione che l’orrore della guerra con la sua carneficina, con ciò che hanno fatto ai bambini e alle donne, sia completamente indipendente dalle parole e dalle telefonate che vengono fatte”.
Il governo italiano è “concentrato su ciò che deve essere fatto” e Draghi non ha alcuna intenzione di andarsene, respingendo le speculazioni su una coalizione altamente frammentata.
Intanto il nostro Governo, oltre che monitorare la situazione internazionale, da Paese fondatore della Ue quale è, in relazione alla crisi energetica e alla difficile situazione geopolitica, deve occuparsi anche della questione interna relativa al “caro energia”.
Già sotto i riflettori da diverso tempo, si è infatti decisamente aggravato il problema del caro energia con il Governo che lavora a un nuovo decreto che mette sul piatto circa 5 miliardi del “tesoretto” previsti nel Documento di Economia e Finanza (DEF): attesa, dunque, proroga degli aiuti per arginare gli ulteriori effetti dell’incremento del costo dell’energia, ma anche nuovi fondi per l’accoglienza dei profughi ucraini così come un ampliamento della platea del bonus sociale e garanzie per la liquidità delle imprese.
La riforma catastale avverrà, perché l’archivio immobiliare italiano ha bisogno di un aggiornamento e di una maggiore trasparenza, ma non porterà a nuove tasse sulla casa. È il doppio caposaldo del governo sulla delega fiscale. Mario Draghi rassicura così – ancora una volta – il centrodestra che lo sostiene e blocca implicitamente il suo posto a Palazzo Chigi. Nessuna mossa anticipata, suggerisce, perché non è stanco e il suo impegno nei suoi confronti continuerà ad essere “al suo meglio, facendogli tutto ciò che è in suo potere” fino alla fine del mandato.
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