Le famiglie in Italia hanno assistito con sgomento all’aumento delle bollette del gas e dell’elettricità negli ultimi 18 mesi.
Tutto questo grazie ad una crescente crisi energetica, esacerbata dalla guerra in Ucraina.
Questa pericolosa tendenza si è finalmente conclusa lo scorso primo aprile, quando è stato annunciato, nonostante i prezzi dell’energia rimanessero alle stelle altrove in Europa – che le persone in Italia avrebbero usufruito di un 10 percento di diminuzione (che potrebbe arrivare fino al 40%) delle loro bollette energetiche per il secondo trimestre del 2022.
Siamo di fronte al tanto atteso Decreto Energia approvato nei giorni scorsi alla Camera con 323 voti favorevoli e 49 contrari e che prevede un nuovo meccanismo per le tariffe del gas stabilite dall’ARERA.
Il Decreto Energia, le possibili riduzioni sulle bollette e la delicata questione Arera
Ma con i prezzi del gas naturale che hanno recentemente raggiunto il massimo storico a marzo, davvero possiamo pensare che questa agevolazione si tradurrà in termini di reale vantaggio per le famiglie italiane allo sbando?
È certo, ce lo chiediamo legittimamente, che la bolletta energetica italiana sarà in calo nella primavera del 2022?
Decreto Energia: quanti italiani potranno davvero usufruire del vantaggio sul caro bollette?
I consumatori italiani che hanno un contratto di tutela, le cui tariffe sono determinate dall’autorità italiana di regolamentazione dell’energia, ovvero Arera, vedranno una riduzione del 10 per cento delle bollette del gas e una riduzione del 10,2 per cento della bolletta dell’elettricità già da questo mese.
È importante notare che la diminuzione riguarda l’energia consumata da questa data in poi del 1 aprile. Vuol dire che gli italiani cominceranno a vedere i primi effetti del decreto solo dalle fatture di giugno e luglio.
I consumatori con una sorta di contratto ibrido che non è tecnicamente un contratto di tutela, ma i cui prezzi di gas ed elettricità sono indicizzati alle tariffe di Arera, vedranno anche una riduzione dei canoni.
Questo secondo quanto rivela l’ingegnere Carlo Stagnaro, economista energetico ed ex capo dell’ufficio tecnico del Ministero dello Sviluppo Economico.
Cosa ne sarà degli italiani che hanno contratti con il mercato libero?
Il progetto di riforma lascia fuori, però, circa il 50 per cento di coloro che hanno contratti di mercato libero.
Queste persone possono aspettarsi di non vedere modifiche alle loro bollette energetiche, poiché le loro tariffe non sono influenzate da quelle di Arera, dice Stagnaro.
Alcuni consumatori preferiscono sottoscrivere questi contratti a tasso fisso, che tendono ad avere una durata di 12 o 24 mesi, per evitare le fluttuazioni del mercato. Sebbene i clienti con questi contratti non subiranno la diminuzione del 10% dei prezzi di aprile-giugno, probabilmente non saranno nemmeno soggetti agli aumenti dei prezzi dei trimestri precedenti.
Quei consumatori sui contratti di tutela, nel frattempo, avranno senza dubbio tirato un sospiro di sollievo nell’apprendere la notizia del calo dei prezzi, ma è una goccia nell’oceano rispetto agli aumenti complessivi visti negli ultimi 18 mesi.
Anche con l’attesa variazione sulle fatture, le persone con questi contratti in Italia pagheranno fino al 131% in più per l’elettricità e il 94% in più per il gas rispetto all’inizio del 2021.
Naturalmente, come è giusto che sia, l’Unione nazionale dei consumatori italiana ha definito l’annuncio “non certo una buona notizia ma un’illusione ottica” e ha invitato il Governo a “trovare soluzioni strutturali per risolvere la crisi energetica in corso nel Paese”.