In Francia, negli ultimi giorni, è esploso ufficialmente, “diventando un caso nazionale”, lo stipendio “da nababbo” del CEO di Stellantis, il portoghese Carlos Tavares.
Il Governo Macron è letteralmente insorto sulla vicenda, e non solo ha definito irregolare e spropositato lo stipendio del manager lusitano, ma soprattutto indicativo della necessità di regolarizzare e naturalmente abbassare gli stipendi dei grandi manager europei.
Tavares è l’uomo che supervisionato la fusione tra PSA Group e Fiat Chrysler Automobiles nel 2021, mentre era ancora amministratore delegato della precedente società. Avendo precedentemente scalato le classifiche alla Renault, è anche presidente del consiglio di amministrazione di PSA dal 2014. Ora alla guida di Stellantis, Tavares aspira legittimamente a ricevere, per contratto, circa 20,5 milioni di dollari di compenso, solo per quanto svolto nel 2021.
Inoltre, secondo quanto riferito, possiede un pacchetto azionario per un valore di 34,7 milioni di dollari.
In più gli spetterebbe compenso a lungo termine di circa 27,2 milioni di dollari, che il Governo francese ritiene sia davvero eccessivo.
Ma verrebbe anche da dire, da quale pulpito viene la predica?
Non dimentichiamo, infatti, che a sua volta il signor Macron, capo del Governo Francese, ha una lunga storia di coinvolgimento diretto nell’industria automobilistica. Siamo di fronte a qualcosa che altre nazioni ritengono non a torto sia del tutto unico. Attualmente Macron, infatti, detiene una quota del 6,2% in Stellantis tramite la banca di investimento pubblica BPIfrance.
Una critica con una doppia veste quindi che, pur se non vincolante, ha un deciso peso. Tutto questo alla fine potrebbe risultare decisivo nella “partita” per lo stipendio del manager portoghese.
Questa remunerazione, che è la più alta delle grandi società francesi (e probabilmente dei gruppi quotati nell’Unione Europea), è davvero giustificata per un soggetto che non è l’ideatore della società?
Tavares è solo un manager e quindi non si prende rischi o sanzioni pecuniarie e soprattutto non si assume responsabilità personali, tanto più che la fusione dei due gruppi non è ancora completata.
Il portale specializzato Automotive News ha elaborato alcuni numeri per determinare che Tavares avrebbe tecnicamente diritto a ricevere più di 220 milioni di euro entro il 2026. Tutto questo accadrà ovviamente supponendo che abbia raggiunto tutti gli obiettivi stabiliti nel suo piano di incentivi retributivi.
Ma il pagamento aggiornato solo per il 2021 lo renderebbe comunque uno dei dirigenti automobilistici più pagati al mondo. Di certo sarà quello più pagato in Europa.
Più recentemente, gli esperti che seguono il caso, hanno notato alcune somiglianze tra la situazione di Tavares e il modo in cui il governo francese ha gestito la vicende dell’ex dirigente automobilistico (ora latitante ricercato a livello internazionale) Carlos Ghosn. Ricordiamo quanto accadde prima della sua estromissione dall’Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi. Fu arrestato all’aeroporto internazionale di Tokyo nel novembre del 2018, Ghosn è stato accusato di aver sottostimato il suo stipendio mentre abusava ripetutamente dei beni dell’azienda. Tutto questo senza dimenticare che la trama si è infittita dopo che è stato scoperto che Nissan era stata nel mezzo di un massiccio colpo di stato.
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