I veicoli conformi alla classe ecologica “Euro 4” sono dotati di filtri antiparticolato che catturano i prodotti della combustione del carburante. Secondo “una nuova pericolosa moda”, rimuoverli potrebbe permettere di risparmiare benzina. Cosa sta accadendo davvero tra gli automobilisti alle prese con i costi esorbitanti dei rifornimenti?
Gli impianti sono progettati per bruciare le particelle fini durante il processo di rigenerazione. L’esecuzione di questa procedura, secondo la maggior parte dei meccanici ed esperti di motori, evita di non inquinare l’aria ma richiede palesemente un consumo di benzina aggiuntiva.
In questo momento, in particolare tra gli automobilisti europei, “corre voce” che la rimozione del Fap permetta di consumare molto meno.
E tutto questo, in un frangente dove tutti ci troviamo nella stessa traballante barca, con una contingenza economica delicatissima legata al caro-carburante, potrebbe visto essere un vantaggio.
Ma cosa succede se decidiamo davvero di rimuovere il filtro antiparticolato? Cosa rischiamo?
Un GPF (Gasoline Particulate Filter), che nel caso della benzina viene chiamato dalle aziende italiane anche FAP, e nel caso del diesel viene chiamato DPF, rappresenta un filtro di scarico, di cui tutte le auto moderne oggi sono dotate, progettato per catturare il particolato di fuliggine nei motori a benzina a iniezione diretta (GDI).
Quando i gas di scarico passano attraverso il filtro, le particelle di fuliggine vengono catturate. Questi filtri sono altamente efficienti e catturano oltre il 90% delle particelle sospese nell’aria che altrimenti verrebbero rilasciate nell’atmosfera.
In Germania, questi filtri sono indicati come filtro antiparticolato Otto (Ottopartikelfilter o OPF).
Ci sono una serie di ragioni per cui i conducenti, negli ultimi tempi, stanno cercando di rimuovere i loro filtri. Alcune di esse sono per così dire etiche, rientrano cioè in un desiderio di miglioramento delle prestazioni delle vetture.
Manomettere il sistema di emissioni di un veicolo stradale è illegale e potrebbe invalidare la tua assicurazione se sei coinvolto in un incidente.
La rimozione del filtro, secondo invece quanto dicono gli esperti, che invitano ad evitare azioni del genere, non influisce affatto sulle prestazioni dell’auto, smentendo quindi di fatto il “malsano pensiero” di alcuni automobilisti che continuano ad affermare addirittura di riuscire a ottenere, oltre ad un risparmio di carburante, migliori prestazioni del motore.
Sebbene non sia illegale rimuovere il DPF di un’auto, è tuttavia illegale guidare senza di esso. Gli automobilisti rischiano una multa di 1.000 euro, mentre la sanzione per la guida di un veicolo senza DPF è di euro 2.500.
I servizi pubblicizzati, in particolare nel Regno Unito, su siti come Google, eBay e Gumtree, offrono la rimozione del filtro a pagamento. Le officine che offrono questo servizio sono in grado di sfruttare la scappatoia legale per cui è illegale guidare un’auto diesel con il DPF/FAP rimosso, ma l’atto di rimuovere il filtro non lo è. Una situazione controversa in cui sarebbe meglio non incappare.
Oltre tutto, rimuovere i filtri vuol dire di fatto mettersi alla guida di un veicolo che potenzialmente inquina molto di più.
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