Una brutta sorpresa per i contribuenti italiani, ma in fondo tutto quello che sta per accadere era preventivabile. Non ci saranno pagamenti anticipati sulle pensioni italiane. Con la graduale conclusione dell’emergenza sanitaria (almeno si spera), si torna all’antico.
Tutto come prima, e in fondo nel ritorno alla “quasi normalità ” bisognerà anche fare i conti con la realtà dei pagamenti delle pensioni che per gli italiani non saranno più anticipate al 27-28 del mese.
Si torna rigorosamente all’antico e per chi deve recarsi negli uffici postali la data fatidica di inizio di pagamento delle pensioni di maggio è il giorno 2. Per chi riceve l’accredito in automatico, potrebbe esserci il vantaggio di ricevere i soldi già il giorno 1.
Naturalmente ci sono coloro che hanno esigenza di ritirare le loro pensioni in contanti. E questo implica che, oltre all’annosa fila negli uffici postali, si dovrà attendere qualche giorno più. Si arriverà fino al giorno 6 andando per ordine alfabetico, come sempre.
Per chi ha scelto la strada del conto banco posta, tutto funziona in modo leggermente piĂą veloce, dal momento che i bonifici hanno la prioritĂ .
Il 31 marzo 2022 è terminata di fatto la fase acuta dell’emergenza pandemica. Ciò significa che, anche se dobbiamo continuare a osservare rigorosamente le regole di distanziamento, entriamo in un periodo, che speriamo perdurerà di relativa serenità .
Tutto questo implica allora, vi chiederete voi, che i pensionati italiani possono attendere qualche giorno in più per le pensioni? Non esattamente: fuori dall’emergenza, si riprende con le modalità di pagamento precedenti al Covid. E’ sempre stato così.
Per chi ritira le pensioni in contanti il calendario di pagamento sarà dal 2 maggio al 7 maggio per Poste Italiane.
A – B ritiro pensione il giorno 2 Maggio;
C – D ritiro pensione il giorno 3 Maggio;
E – K ritiro pensione il giorno 4 Maggio;
L – O ritiro pensione il giorno 5 Maggio;
P – R ritiro pensione il giorno 6 Maggio;
S – Z ritiro pensione il giorno 7 Maggio.
Come noto l’Italia sta lavorando a una riforma per facilitare il pensionamento anticipato dei lavoratori (c’è stato in tal senso l’ennesimo rinvio) senza gonfiare quello che è già il secondo conto pensionistico più alto d’Europa, poiché l’aumento del costo dei prestiti alimenta le preoccupazioni per l’enorme debito pubblico del Paese.
Il governo di Mario Draghi vuole iniettare maggiore flessibilità nel sistema, hanno affermato i funzionari, evitando il destino di una riforma impopolare del 2011 che ha aumentato notevolmente l’età pensionabile ma è stata sospesa nel 2018 dopo un contraccolpo.
Una sostituzione temporanea scadeva alla fine dell’anno e la ricerca di una soluzione permanente si è resa ulteriormente urgente,
Draghi punta a concludere un accordo con i sindacati nazionali sulla riforma entro la metà dell’anno, con un incontro chiave tra i massimi ministri e i sindacati nelle prossime settimane. Dovrà anche ottenere il sostegno della sua coalizione multipartitica, il che significa che l’ex capo della Banca centrale europea deve affrontare difficili negoziati.
Il ministro del lavoro Andrea Orlando ha detto a Reuters che la riforma non sarebbe valida per tutti.
“Si terrà conto delle diverse aspettative di vita, della situazione dei lavoratori domestici e delle donne e del fatto che la vita lavorativa spesso non è continua”, ha affermato.
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