I prezzi del carburante continuano a salire e mettono le famiglie decisamente all’angolo.
Per tanto, nel turbinio dei rincari della benzina e del gasolio, non mancano, con casi conclamati in diversi paesi europei e non solo, “loschi personaggi” che, con metodi decisamente illegali, sono alla ricerca di strade “alternative” per acquisire carburante o per risparmiare sul consumo. Naturalmente in modo illegale. Con tutti i rischi che ne conseguono.
C’è chi si spinge a rubare benzina dai distributori e chi arriva al punto “di truccare” la propria auto per risparmiare sui consumi. E’ davvero possibile tutto questo? Vi raccontiamo quello che sta accadendo, con la premessa che si tratta di “azioni illecite” che comportano, se portate alla luce, pesanti sanzioni pecuniarie e anche il rischio di condanne penali.
Uno di questi metodi, in particolare l’hacking di una pompa di benzina, ha portato al recente furto, nel mese di marzo, di 400 galloni di carburante in una stazione di servizio di High Point nella Carolina del Nord. Tuttavia, questa non è l’unica incidenza in cui ciò accade e, a quanto pare, le pompe di benzina sono sorprendentemente vulnerabili ad essere violate.
All’inizio del mese scorso, sul web è apparso un video di un uomo che rubava carburante per sé e per altri veicoli, arrivati dopo la chiusura della stazione di servizio. La polizia e le testate giornalistiche affermano che la persona ha puntato un dispositivo contro la pompa di benzina per permettere al distributore di rilasciare benzina, allo scopo di riempire gratis diverse auto in attesa di rifornimento, arrivando al furto di circa $ 1600 di carburante.
Esistono altri metodi, altrettanto illegali, che comportano un rischio meno diretto. Ovvero non si tratta di veri e propri furti di benzina, ma comunque siamo di fronte a comportamenti ai limiti della legalità. Verrebbe il caso dire: cosa non si fa per risparmiare! Anche se in Scozia hanno addirittura pensato di usare lo scarto del whisky come carburante!
Siamo di fronte a modifiche tecniche e strutturali della propria auto che possono comportare severe sanzioni.
Parliamo ad esempio dai motori a diesel. Si tratta dei filtri antiparticolato, che intrappolano le emissioni microscopiche prodotte dai motori diesel che altrimenti verrebbero espulse nell’ambiente.
Il processo per rimuovere un DPF è relativamente semplice e richiede il taglio di un foro nello scarico di un veicolo, la rimozione del filtro e la saldatura del foro risultante.
La rimozione del filtro non influisce sulle prestazioni dell’auto e alcuni automobilisti affermano addirittura di riuscire a ottenere un migliore risparmio di carburante e prestazioni del motore senza uno.
Sebbene non sia illegale rimuovere il DPF di un’auto, è tuttavia illegale guidare senza di esso. Gli automobilisti rischiano una multa di 1.000 euro, mentre la sanzione per la guida di un veicolo senza DPF è di euro 2.500.
Il medesimo “accorgimento furbesco” può essere adottato con la rimozione del meccanismo denominato FAP per le auto a benzina.
Secondo il pensiero di un folto gruppo di automobilisti, il FAP limiterebbe le performance della vettura ma, soprattutto, aumenterebbe i consumi della stessa. Quindi in molti, convinti di questa cosa, hanno deciso di toglierlo o bucarlo.
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