Un Venerdì Santo che in realtà si è rivelato un maledetto “Venerdì nero”. Panico in negozi e supermercati da nord a sud per un blackout che non dimenticheremo.
In molte zone del nostro Paese, infatti, abbiamo assistito a una situazione mai accaduta prima lo scorso 15 aprile. Pagamenti elettronici bloccati in tutta Italia con clienti costretti ad abbandonare la spesa nei supermercati perché non avevano abbastanza contanti per pagarla.
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Nonostante le rassicurazioni, qualcosa agli esperti informatici di casa nostra non torna. E i timori di un possibile attacco hacker, alla luce della delicatissima situazione geopolitica che stiamo attraversando rimangono altissimi.
Vediamo di tornare sui fatti e di riepilogare cosa è accaduto.
Nella tarda mattinata di venerdì sono stati segnalati problemi in molte zone d’Italia pagamenti digitali con carte e bancomat che sfruttano i circuiti gestiti da Nexi.
Centinaia di reportage e post sui social hanno denunciato una situazione mai accaduta prima in Italia. Molti cittadini non hanno potuto utilizzare bancomat e carte di credito e nemmeno prelevare denaro dalla banca.
Il blackout dei pagamenti elettronici attraverso il circuito gestito da Nexi è avvenuto in uno dei periodi peggiori, come il venerdì prima di Pasqua. Molte persone stavano solo facendo la spesa.
E dopo averlo fatto e arrivato alla cassa, l’amara scoperta quando si è trattato di pagare. Bancomat e carte di credito fuori uso. Per chi non aveva soldi con sé, l’unica soluzione era abbandonare la spesa lì. Anche perché spesso non era possibile ritirarsi agli sportelli.
Il caos si è calmato e i problemi sono stati risolti, come riportato da Nexi. L’istituto sta attualmente ancora cercando di capire con le tecniche cosa potrebbe aver causato un simile blocco. Blocco che è durato a lungo e ha interessato diverse zone del nostro Paese, ma ha interessato solo la Pos del circuito di Nexi.
Lo stesso Draghi, secondo indiscrezioni, non ha ancora stoppato le indagini interne per arrivare a capire cosa sia realmente accaduto. La polizia postale continua a essere attiva in queste ore.
In Ucraina, 24 ore prima del blackout generale dei Pos in Italia, si è verificato qualcosa che vale la pena raccontare.
Giovedì 14 aprile è stato segnalato il primo grave blackout delle telecomunicazioni regionali in Ucraina, da quando è avvenuta l’invasione russa.
Alle 20:23 ora dell’Ucraina, il tracker del servizio Internet NetBlocks ha twittato di aver confermato che un blackout delle telecomunicazioni è stato appena registrato in tutta l’oblast (suddivisione territoriale) di Sumy, nel nord-est dell’Ucraina.
Questo è il più grande blackout regionale delle telecomunicazioni che abbiamo monitorato dall’inizio del conflitto”, ha affermato Alp Toker, direttore di NetBlocks.
Il servizio di telecomunicazioni a Mariupol ha vacillato e si è interrotto in alcune fasi, ma la situazione a Sumy Oblast sembra sia stata un evento “serio e pericoloso” di cui tenere inevitabilmente conto.
C’è da chiedersi, allora, esiste una relazione tra quanto accaduto in Ucraina e il blackout dei pos italiani? In pieno clima bellico, dove la guerra si combatte anche con le armi informatiche, possiamo permetterci di liquidare l’episodio del venerdì santo italiano come un problema puramente tecnico?
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