C’è un altro “elemento nefasto”, in questi ultimi giorni, che si aggiunge, come se non bastasse, a complicare un momento già molto delicato per il nostro Paese. Ci riferiamo all’improvviso stop all’assegnazione dei crediti per il Superbonus e il Bonus Edilizia, che si trovano in una pericolosa fase di stallo.
Come anticipato mercoledì scorso, dal Sole 24 Ore, Intesa Sanpaolo e Unicredit hanno detto “stop” all’acquisizione di nuovi crediti per il SuperBonus e il Bonus Edilizia e lo hanno fatto per problemi di capacità fiscale.
E se hanno agito così i due maggiori istituti di credito di casa nostra, è facile pensare che gli altri seguiranno il medesimo percorso.
Stop al SupeBonus 110% e al Bonus Edilizia: cosa sta accadendo?
Il problema è tutto italiano secondo i bene informati. Troppi sarebbero i furbi che hanno approfittato del Superbonus 110% per mettersi i soldi in tasca illegittimamente. Sarà vero?
Tutto sarebbe cominciato quando il Governo, dopo una serie di controlli, ha scoperto che 4,4 miliardi di erogazioni erano state pagate a chi non ne aveva diritto o in maniera fraudolenta.
Riassunto della situazione poco edificante: il Superbonus introduce gli interventi “guida”, cioè che sono stessi sufficienti a ricevere l’agevolazione e ne hanno i titoli. E poi ci sono quelli “trainati”, che possono essere soggetti a bonus solo se accompagnati da garanti. E qui è iniziata la corsa alle frodi, con tante procedure assolutamente illegali.
Il Governo stringe le maglie sulle autorizzazioni
A questo punto il Governo ha deciso di aumentare i controlli, rendendo l’intera procedura più complessa. Il fatto è che Intesa e Unicredit, per non perdere in seguito ulteriore denaro erogandolo a chi non ne ha diritto, hanno deciso di dire basta alle concessioni.
Quindi il Governo adesso deve attuare rapidamente le contromisure. Secondo quanto riportato da “Il Sole 24 Ore”, sono due le novità principali: consentire l’affidamento intestatario sempre (e non solo nel quarto passaggio) e indebolire il divieto di cessione frazionata, che entrerà in vigore dal 1° maggio.
Le associazioni di categoria sul piede di guerra
Il presidente di Ance, l’associazione dei costruttori edili, Gabriele Buia, ha dichiarato al Sole 24 Ore che “la situazione è molto preoccupante. Pensavamo che la capacità fiscale delle banche non si sarebbe saturata così rapidamente, ma c’è stato un aumento stratosferico dei casi presentati: ora i blocchi che stiamo vedendo in questi giorni rischiano di mettere in difficoltà le aziende che operano seriamente sul mercato. Bisogna intervenire”.
Ma c’è chi è già sul piede di guerra. Partitalia, insieme alla Faci – Federazione artigiani e commercianti italiani, è pronta a scendere in piazza per denunciare “le poco comprensibili” politiche del Governo e chiedere lo sblocco immediato delle risorse. L’annuncio di Intesa Sanpaolo e Unicredit sullo stop dei crediti d’imposta per il settore edilizio, dimostra ancora una volta come il Governo stia mettendo seriamente a repentaglio un settore strategico e trainante come quello dell’edilizia, con tutte le industrie annesse”. Lo afferma in una nota Michel Fabrizio, ex campione del mondo SBK e dirigente nazionale di Partitalia – Associazione in difesa dell’Iva.
Insomma, la situazione rischia di esplodere, mentre molti cantieri legittimamente autorizzati potrebbero bloccare i lavori, dato che chi fornisce i fondi per le imprese di costruzione, lo fa quando vengono raggiunti determinati obiettivi, e non all’inizio dei lavori.