Il Governo Draghi sta concentrando decisamente la propria attenzione su come “parare” i colpi del caro-vita e come in particolare contenere il nuovo aumento dei costi dei carburanti. E le pensioni? Che succede all’attesa riforma?
Lo spauracchio del blocco totale dei trasporti, con il ritorno della benzina e del gasolio alle stelle, non ci ha mai abbandonato del tutto.
Il timore che i mezzi pesanti di medie ed elevate dimensioni possano rallentare se non interrompere la loro attività di consegna delle merci quotidiane, non solo quelle alimentari, ha sempre “offuscato” la serenità dei nostri pensieri.
Riforma Pensioni e caro-benzina: quando la coperta rischia di essere troppo corta
Gli italiani vivono con l’incubo degli scaffali vuoti dei supermercati, è accaduto durante il Covid, nei primi mesi, con la corsa ai beni di prima necessità. E’ accaduto in minima parte durante i primi giorni del conflitto russo-ucraino. Lo sappiamo come si ragiona dalle nostre parti, sembra lo spot di una di quelle pubblicità anni 80: toglietemi tutto ma non…
Ma in fondo non abbiamo torto ad avere timori più che legittimi, i beni di prima necessità, come farina, olio, rappresentano una delle “conditio sine qua non” della nostra quotidianità. Ma basti pensare, se il Governo non sarà in grado di porre rimedio ai nuovi aumenti della benzina, come sta facendo ora con il taglio del 25% delle accise, a cosa accadrebbe alla ristorazione se si fermassero i mezzi del freddo per la consegna delle carni, o prima dell’alba non partissero i pescherecci in mare per rifornire i nostri banchi del mercato.
Siamo o non siamo il paese con le carni, il pesce, i prodotti ortofrutticoli più buoni al mondo? Certo, ma se poi non arrivano nelle case degli italiani o sui tavoli degli chef, a cosa serve dirsi che siamo belli e bravi?
Riforma Pensioni, nodo intricato da sciogliere. Il Governo vuole davvero di nuovo posticipare?
Ma, in tutto questo, il Governo Draghi, che deve barcamenarsi tra mille problematiche, non può mettere da parte quella che era una questione prioritaria per il Paese, ovvero la Riforma delle Pensioni.
Ed è qui che siamo davanti ad uno dei nodi più intricati da sciogliere, in merito al quale i sindacati sono pronti a scendere in campo.
Sembra sia in arrivo una vera e propria doccia fredda. Infatti, nelle ultime ore è emerso, all’interno del Def, che mancano proprio le risorse destinate all’adeguamento tanto atteso delle pensioni degli italiani.
Che succede? Siamo di nuovo di fronte ad una situazione paradossale messa in atto dalla politica italiana? Ovvero corriamo concretamente il rischio di trovarci nelle mani una coperta tremendamente corta.
Nel pieno del ciclone della “battaglia energetica”, alle prese anche con i nefasti risvolti della guerra in Ucraina, vediamo Draghi impegnato anche a tessere sottili tele per costruire rapporti internazionali che ci consentano di sopperire alla mancanza del gas russo, da cui dipendiamo per il 40% del nostro fabbisogno energetico. Sono in corso come noto relazioni mai sopite con paesi come l’Algeria, che potrebbero in parte rimpiazzare la penuria del gas russo, almeno finché non ci renderemo in grado di valorizzare i nostri pozzi di petrolio.
Rischia dunque di ripetersi quanto già successo nel 2020, quando il dibattito sulle pensioni era già stato avviato, salvo poi essere interrotto con lo scoppio della pandemia.