Siamo di fronte, oggi come oggi, con la crisi economica in corso e con la “pericolosa” flessibilità del lavoro, al rischio concreto che la nostra situazione lavorativa possa subire, nel corso degli anni, evoluzioni negative che potrebbero rappresentare una certo non gradita sorpresa.
Cosa succederebbe alla nostra pensione, se da un momento all’altro, dopo anni di continuità contributiva, dovessimo ritrovarci senza quel posto fisso che ci regalava così tanta serenità?
L’imprenditoria vive nuovamente una fase delicatissima ed è certo che a risentirne sono i lavoratori e le famiglie. E non è semplice gestire una quotidianità dove i rincari alle stelle e l’inflazione elevano all’ennesima potenza le spese fisse da sostenere, quando dall’altra parte gli stipendi, nella migliore delle ipotesi, rimangono tristemente gli stessi.
L’Inps, per alcune categorie di lavoratori, offre la possibilità di versare contributi volontari. Vediamo di capire come funziona.
I contributi volontari, nel sistema pensionistico italiano, sono corrisposti, a richiesta del lavoratore dipendente o autonomo che intenda “supportare” la propria posizione previdenziale per ottenere in tempi più brevi il raggiungimento del diritto alla pensione o per aumentarne l’importo in caso di interruzione o cessazione del rapporto di lavoro. Non dimenticare poi che l’Inps riconosce sempre una indennità per le nostre patologie.
Il lavoratore potrebbe trovarsi di fronte alla necessità di congedi per motivi di studio o familiari, interruzioni per motivi disciplinari, o a improvvisi stop per lavoro discontinuo, stagionale o part-time. In tal senso, i contributi volontari, potrebbero rivelarsi fondamentali per dare alla propria pensione quella continuità o quello scatto che mancano.
Inps: ecco la possibilità dei contributi volontari
I lavoratori iscritti al Fondo Pensione per i Funzionari Pubblici Inps possono versare contributi volontari.
Per la “prosecuzione del contributo” è necessario disporre di almeno cinque anni di contribuzione effettivamente versati, riferiti ad un qualsiasi periodo, o in alternativa tre anni nei cinque anni precedenti la domanda.
E’ prevista una riduzione del requisito contributivo minimo, da tre anni a uno, per la copertura volontaria dei periodi tra rapporti di lavoro in caso di lavoro discontinuo, stagionale o interinale, nonché periodi di inattività in caso di lavoro orizzontale, verticale o lavoro a tempo parziale ciclico.
La prosecuzione volontaria non è consentita se l’interessato è iscritto ad altre forme di assicurazione obbligatoria per gli stessi periodi.
La domanda va presentata all’INPS on line utilizzando il servizio dedicato.
In quali casi si può fare domanda
I contributi volontari sono utili per coprire i periodi durante i quali il lavoratore:
- non svolge alcun tipo di attività lavorativa dipendente o autonoma (compresa quella parasubordinata);
- ha chiesto brevi periodi di aspettativa non retribuita per motivi familiari o di studio;
- ha un contratto part-time orizzontale o verticale.
Il rilascio dell’autorizzazione ai versamenti volontari è dunque “subordinato alla cessazione o all’interruzione del rapporto di lavoro che ha dato origine all’obbligo assicurativo”. L’Inps spiega però che l’autorizzazione può essere concessa anche se il rapporto di lavoro (subordinato o autonomo) non è cessato nei seguenti casi:
- sospensione dal lavoro per periodi brevi se sono assimilabili all’interruzione o cessazione del lavoro (come, ad esempio, l’aspettativa per motivi di famiglia).
- sospensione o interruzione del rapporto di lavoro previsti da norme di legge o disposizioni contrattuali successive al 31 dicembre 1996.
- attività svolta con contratto lavoro part-time.