Gli exchange di criptovalute in India hanno interrotto i depositi di valuta sotto costrizione del governo. La confusione sulle nuove e rigide normative crittografiche del paese sta prevalendo sull’apertura all’innovazione.
Gli investitori in criptovalute indiani non hanno affatto avuto vita facile nel 2022. L’ultimo colpo è stato inferto questa settimana quando due dei più grandiexchange di criptovalute nel paese, CoinSwitch Kuber e WazirX, hanno disabilitato i depositi a causa della mancanza di chiarezza normativa nel paese. Vediamo bene cosa sta succedendo.
Criptovalute in India: confusione totale
Gli utenti indiani solitamente utilizzano United Payments Interface (UPI) per effettuare pagamenti sulle varie piattaforme. Il sistema di pagamento in tempo reale è regolato dalla banca centrale indiana ed è un’infrastruttura essenziale per gli exchange di criptovalute per elaborare i pagamenti.
Da oggi non potranno più depositare denaro per acquistare le criptovalute. In una dichiarazione, WazirX ha affermato di aver disabilitato i depositi tramite UPI già nello scorso dicembre e ha citato la situazione normativa come motivo della sua decisione.
Coinbase ha sospeso i pagamenti appena il giorno dopo il debutto sul mercato della sua filiale indiana.
La National Payments Corporation of India (NPCI), che sovrintende al sistema di pagamento UPI, ha annunciato in una dichiarazione di “non essere a conoscenza di alcun exchange di criptovalute che utilizzi l’UPI“.
Exchange di criptovalute indiani: situazione insostenibile
Secondo Sathvik Vishwanath, co-fondatore e CEO dell’exchange indiano Unocoin, le persone che guadagnano meno di un milione di rupie indiane ($13.000) non dovrebbero essere interessate dall’imposta sul reddito fisso del 30% sulle criptovalute. Questo è un duro colpo per l’ecosistema locale delle criptovalute.
I volumi di scambio sugli exchange indiani sono da allora in caduta libera. Dall’inizio di aprile, ovvero quando è entrata in vigore la tassa, gli exchange hanno visto i loro volumi diminuire di oltre il 50%.
La cosa devastante per i cripto-investitori indiani è la matrice della tassa, che equipara gli investimenti in criptovaluta al gioco d’azzardo. I profitti sono tassati al 30%, mentre le perdite non possono essere compensate con altri investimenti. L’ostracismo dell’industria delle criptovalute a causa di questa tassa abbia suscitato alcune polemiche, inclusa una petizione per convincere il governo a riconsiderare la sua posizione. Ma il governo ha approvato la legge senza problemi.
Tuttavia il sistema dei pagamenti per il gioco d’azzardo ed i fantasport (che abbiamo imparato rientrano nella stessa legge che applica l’imposta del 30%) continuano a funzionare come al solito. Ma guarda un po’ che casualità!
Alcuni funzionari continuano a sperare che la legge venga rivista per attirare più investitori e quindi più capitali.