Un’idea tanto folle quanto geniale ha permesso a tre giganti del biocarburante di unire le forze contro i rincari del prezzo della benzina
Tre compagnie scozzesi hanno deciso di affrontare la crisi del carburante con una folle idea: alimentare i motori delle auto con gli scarti della produzione del whiskey.
Woodlands Renewables, Ardnamurchan Distillery e Celtic Renewables si sono impegnate a rifornire il continente di carburante biosostenibile per i prossimi 5 anni attraverso la creazione di cinque diverse bioraffinerie.
Oltre 43 milioni di sterline, poco più di 51 milioni di euro, sono stati raccolti dalla sola Celtic Renewables grazie agli investitori interessati al progetto.
Il whiskey come carburante biosostenibile
Gli introiti raccolti dagli investimenti verranno utilizzati per produrre un milione di litri di sostanze biochimiche sostenibili e le cinque raffinerie che sosterranno l’intera produzione per un minimo di 5 anni, secondo quanto dichiarato dall’azienda stessa.
L’intera struttura si basa su una tecnologia brevettata dalla Celtic Renewables che fa in modo di convertire materiale biologico, come ad esempio gli scarti del whiskey, in carburante e altre commodity ecosostenibili per il mercato. Lo scarto utilizzato dall’azienda è chiamato “pot ale“, il quale viaggia all’interno di alcune tubature dalle distillerie circostanti, con l’economia del territorio stesso che ne trae beneficio.
A quel punto lo scarto, il pot ale, viene unito al “draff“, composto ottenuto dagli scarti di chicchi di orzo, che viene poi riutilizzato come mangime in tutti gli allevamenti della Scozia. Un’altra parte del pot ale viene invece inviata alla Celtic Renewables per la produzione del biobutanolo, il carburante biostenibile.
Quanto inquina il whiskey?
Il conflitto in Ucraina ha devastato l’economia dell’intero mondo e l’aumento dei prezzi della benzina e del carburante in genere sono solo una delle tante ripercussioni di questa guerra.
La Celtic Renewables è già pronta a soddisfare il bisogno di carburante di tutto il continente poiché già cinque anni fa, nel 2017, era riuscita a produrre una formula adatta a tutti i motori in commercio.
L’utilizzo dello scarto del whiskey come carburante è sicuramente una grande idea che riesce ad alleggerire la questione caro prezzi attuale ma, non risolve affatto il problema ambientale legato all’inquinamento.
Non tutto ciò che è bio o naturale fa bene alla natura una volta disperso nell’ambiente, come ad esempio gli oli esausti da cucina che hanno un grande impatto sulla natura una volta gettati liberamente. Il carburante ottenuto dagli scarti del whiskey, il biobutanolo, emette lo stesso quantitativo di Co2 della normale benzina e quindi non è un’alternativa così tanto green rispetto ai classici combustibili fossili. Nonostante ciò, il biobutanolo ha il pregio non indifferente di compensare l’inquinamento prodotto con l’elevata quantità di orzo coltivato per la produzione del whiskey.
Esiste però un’azienda che è riuscita nell’impresa di utilizzare carburante biostenibile a basso impatto ambientale. Si tratta della Genfiddich, di Dufftown, una celebre distilleria di whiskey situata nel nord della Scozia che ha riprogettato i suoi mezzi per le consegne in maniera da farli funzionare con biogas prodotti sempre da scarti del whiskey. Secondo quanto dichiarato dall’azienda le emissioni di CO2 dei suoi mezzi è ridotta del 95%.