Nonostante il Governo sia corso ai ripari, prolungando fino al prossimo 2 maggio la riduzione sulle accise del carburante, gli aumenti di benzina e gasolio hanno rifatto pericolosamente capolino e preoccupano non poco l’opinione pubblica.
Eppure il nostro Premier Mario Draghi, non si è reso solo protagonista, insieme al Ministero delle Finanze, di interventi tampone, ma soprattutto in questi giorni ha ripreso a stringere rapporti, alleanze, a pianificare azioni di intervento, per fare in modo che nel prossimo futuro il nostro Paese non sia dipendente dal gas russo.
Del resto la contingenza dei rincari impone di non poter stare a guardare.
Del resto la situazione geopolitica internazionale non invita all’ottimismo. La posizione dell’Italia è giudicata dal Governo Putin in modo dichiaratamente ostile e Mosca potrebbe definitivamente chiudere le porte all’invio del gas.
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Il primo ministro italiano Mario Draghi non sta certo a guardare, e consapevole della delicata situazione, ha annunciato lunedì scorso un accordo per aumentare le consegne di gas dalla vicina Algeria, mentre si intensificano gli sforzi per ridurre la forte dipendenza dalle importazioni russe.
Rivolgendosi ai giornalisti dopo aver incontrato il presidente Abdelmadjid Tebboune, Draghi ha detto alla stampa che i due governi avevano firmato un accordo preliminare sulla cooperazione energetica.
“C’è anche un accordo tra Eni e Sonatrach per aumentare le esportazioni di gas verso l’Italia”, ha detto, riferendosi al colosso energetico italiano e all’azienda statale algerina di idrocarburi.
Le aziende hanno concordato di aumentare le esportazioni di gas attraverso il gasdotto sottomarino Transmed a partire da questo autunno, “aumentando gradualmente i volumi di gas… fino a 9 miliardi di metri cubi all’anno nel 2023-24”, ha affermato Eni in una nota.
La guerra in Ucraina ha innescato una spinta occidentale delle sanzioni contro Mosca, comprese le mosse per tagliare drasticamente gli acquisti di gas russo.
L’Italia acquista la stragrande maggioranza del suo gas naturale dall’estero ed è uno degli importatori di gas più dipendenti dalla Russia in Europa, con oltre il 40% delle sue importazioni provenienti dal Paese.
Ma l’Italia importa anche quantità significative dall’Algeria, inclusi circa 6,4 miliardi di metri cubi di gas algerino durante il primo trimestre del 2021, un aumento del 109% rispetto all’anno precedente.
La guerra in Ucraina e la successiva campagna di sanzioni occidentali hanno spinto Roma a intensificare la ricerca di fonti alternative, con il colosso del gas Algeria un’opzione ovvia.
Subito dopo l’invasione dell’Ucraina, Draghi e i suoi hanno annunciato che l’Italia si sarebbe organizzata rapidamente per ridurre la sua dipendenza dal gas russo. Gli accordi con l’Algeria rappresentano una risposta significativa per raggiungere questo obiettivo strategico, e ne seguiranno altri.
Draghi è arrivato in Algeria settimane dopo che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva fatto lo stesso viaggio, durante il quale ha confermato che l’Italia è “impegnata ad aumentare le forniture di energia, in particolare di gas, dal Medioriente, che secondo lui è stata “sempre un fornitore affidabile” .
L’algerino Sonatrach si è detto pronto ad aumentare le consegne, in particolare attraverso il gasdotto Transmed che collega l’Algeria all’Italia.
Il suo CEO Toufik Hakkar ha affermato che l’Europa è il “mercato naturale preferito” per il gas algerino, che rappresenta circa l’11% delle importazioni di gas europee.
Ma ha detto che qualsiasi spinta alle esportazioni dipenderà prima di tutto dal soddisfare le crescenti esigenze interne dell’Algeria.
Sonatrach e l’italiana Eni gestiscono congiuntamente il gasdotto Transmed, che ha una capacità di circa 32 miliardi di metri cubi all’anno.
Aydin Calik, analista energetico presso il Middle East Economic Survey, ha affermato che l’accordo di lunedì scorso implica ulteriori esportazioni che spingerebbero al massimo gli accordi del gasdotto Transmed.
Questo comunque presuppone che l’Algeria abbia effettivamente la capacità di fornire di più di quanto previsto oggi.
Intanto bisogna fare i conti, oggi, con i nuovi aumenti di benzina e gasolio.
Le medie dei prezzi dell’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico vedono la benzina self service a 1,769 euro/litro (+1 millesimo, compagnie 1,773 pompe bianche 1,760), diesel a 1,763 euro/litro (invariato, compagnie 1,765, pompe bianche 1,759).
Il Gpl servito è a 0,853 euro/litro (invariato, compagnie 0,854, pompe bianche 0,852), il metano servito a 2,217 euro/kg (-9, compagnie 2,313, pompe bianche 2,141), mentre il Gnl 2,809, euro/kg (+8, compagnie 2,825 euro/kg, pompe bianche 2,796 euro/kg).
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