Nelle ultime settimane i rialzisti delle criptovalute hanno subito delle grosse perdite. Il calo dei prezzi di ieri ha dato un altro duro colpo alle loro ambizioni.
Si stima che dal 22 gennaio siano state liquidate $428 milioni di dollari di posizioni long. Questa ondata di liquidazioni è stata la seconda in classifica dall’inizio dell’anno. All’epoca, le liquidazioni avvenivano in più giorni consecutivi, spazzando via più di $1,4 miliardi di dollari di posizioni long.
Questa volta i rialzisti hanno avuto un po’ più di respiro dopo oltre $400 milioni di liquidazioni scaturite dal crollo di ieri. Scopri cos’è successo.
Crollo delle criptovalute: il peggio deve ancora venire?
I mercati azionari sono scesi su tutta la linea, con il Dow che ha chiuso in ribasso dell’1,19% mentre il Nasdaq è sceso del 2,18%. Anche i mercati in Giappone e Singapore sono scesi: i trader si stanno preparando per ulteriori sofferenze nel futuro prossimo.
Il colpevole, ovviamente, è l’inflazione.
Il segretario stampa della Casa Bianca Jen Psaki ha avvertito circa un’inflazione “straordinariamente elevata” in vista dei nuovi numeri in uscita entro la fine di questa settimana.
Le stime indicano che l’inflazione su base annua a marzo superi l’8%. Gli investitori sono pronti al peggio, con effetti a catena per tutti i mercati.
L’aumento dell’inflazione ha portato a considerazioni più aggressive da parte dei funzionari della Fed. Gli analisti prevedono più di otto rialzi dei tassi nel solo 2022. La Casa Bianca ha definito l’accelerazione dell’inflazione come una conseguenza “dell’aumento dei prezzi di Putin“. Fa riferimento ovviamente all’aumento dei prezzi delle materie prime dopo la guerra in Ucraina.
Sarebbe saggio andare piano con la leva nelle prossime settimane, per evitare un terzo record di liquidazione in breve tempo.