Il gigante petrolifero ExxonMobil sta cercando di utilizzare il gas naturale in eccesso, che altrimenti verrebbe sprecato in siti in tutto il mondo. Lo rivela il portale Bloomberg, sostenendo che servirà per finanziare le operazioni di mining di Bitcoin.
La compagnia petrolifera ExxonMobil sta portando avanti un innovativo progetto pilota straordinario: minare Bitcoin con il gas naturale.
Il gigante petrolifero ExxonMobil (XOM) sta conducendo un progetto pilota per utilizzare ciò che altrimenti sarebbe gas sprecato dai suoi pozzi petroliferi del Nord Dakota. L’obiettivo è quello di “alimentare”, nel vero senso della parola, le operazioni di mining di bitcoin.
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Lo ha riferito il portale specializzato Bloomberg, nella giornata di giovedì, citando personaggi del mondo del business petrolifero che potrebbero presto essere coinvolti in queste trattative.
Il gas naturale in eccesso verrebbe altrimenti bruciato, anche a causa della mancanza di gasdotti.
La compagnia petrolifera sta anche cercando di fornire gas in eccesso da utilizzare per sostenere i cosiddetti “minatori di bitcoin” sparsi nel mondo, sempre secondo il rapporto.
I “minatori” di Bitcoin non devono scendere nelle viscere della terra spaccandosi la schiena per estrarre metalli o carbone. A loro basta avere un apparecchio hardware che “estrae” la criptovaluta lavorando sette giorni su sette, ventiquattr’ore al giorno. È infatti possibile ottenere Bitcoin facendo eseguire dei calcoli matematici al processore del computer oppure a quello della scheda grafica. Quest’attività viene chiamata “mining” e la sua complessità aumenta con il passare del tempo.
Per sostenere tali operazoni potrebbe essere necessario ricorrere all’utilizzo di gas naturale.
E’ davvero curioso, all’apparenza assurdo, associare questi due mondi, apparentemente così lontani, come i pozzi petroliferi e quello dei “minatori” di bitcoin, quando invece sono vicinissimi.
In poche parole la vendita di gas in eccesso serve e finanziare le operazioni di mining di bitcoin.
L’idea di servirsi del gas per creare criptovaluta non è nuova: lo scorso ottobre, le autorità russe avevano consigliato alle compagnie petrolifere operanti sul territorio nazionale di usare il gas in eccesso per l’alimentazione delle mining farm di Bitcoin, sebbene al giorno d’oggi una simile proposta non sembra aver avuto attuazione.
Che sia davvero arrivato il momento? Gas naturale per l’alimentazione dei data center tramite i quali si minano le criptovalute? Sembra davvero di sì.
ExxonMobil ha un accordo con Crusoe Energy Systems, uno dei pionieri dell’utilizzo del gas avanzato, intende favorire le operazioni di mining di bitcoin, prelevando gas da un pozzo petrolifero nel bacino di Bakken.
Si vuole puntare ad alimentare i generatori mobili utilizzati per le operazioni di mining di bitcoin, ha affermato Bloomberg , citando la fonte anonima.
La notizia arriva dopo che un’altra importante compagnia petrolifera, ConocoPhillips (COP), ha affermato che sta conducendo il proprio progetto pilota per instradare il gas naturale in eccesso da uno dei suoi progetti nella regione di Bakken nel Nord Dakota per fornire l’energia necessaria per un’operazione di mining di bitcoin (BTC).
“ExxonMobil valuta continuamente le tecnologie emergenti volte a ridurre i volumi di flaring nelle nostre operazioni”, ha detto a CoinDesk la portavoce di ExxonMobil Sarah Nordin, aggiungendo che la società ha recentemente annunciato che i suoi piani di riduzione delle emissioni dovrebbero raggiungere lo Zero Routine Flaring della Banca Mondiale entro il 2030.
Più recentemente, Crusoe Energy è stata riconosciuta per la sua soluzione “innovativa” al flaring a livello globale dal rapporto Global Gas Flaring Reduction Initiative della Banca Mondiale.
Nel processo di flaring, il gas naturale in eccesso viene bruciato nell’atmosfera come parte delle operazioni di trivellazione petrolifera. E’ diventata una pratica standard del settore a causa della mancanza di infrastrutture di trasporto. Ma è davvero un grande spreco.
Pensate che ora potrebbe essere davvero possibile alimentare apparecchi tecnologici e informatici, usati per ricavare criptovalute, utilizzando il gas in eccesso.
Nordin ha rifiutato di commentare “voci e speculazioni” sul progetto pilota della ExxonMobil e anche Crusoe Energy ha rifiutato di commentare la storia pubblicata da Bloomberg.
Nel 2019, ExxonMobil e ConocoPhillips sono stati tra i membri fondatori dell’OOC Oil & Gas Blockchain Consortium, un gruppo di società energetiche che cercano di stabilire “standard, framework e capacità chiave della blockchain” all’interno del settore. Altri membri del gruppo includono Chevron, Equinor (EQNR), Hess (HES), Pioneer Natural Resources (PXD) e Repsol.
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