Bank Leumi (LUMI.TA) diventerà con tutta probabilità la prima banca israeliana a consentire il trading di criptovalute.
Lo ha affermato giovedì scorso un portavoce dell’istituto di credito, sostenendo che la base di partenza sarà la piattaforma digitale “Pepper Invest”. Tutto questo era nell’aria dopo che la banca aveva avviato una proficua collaborazione con la società di blockchain statunitense Paxos.
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Chi lo avrebbe immaginato che banche storiche del panorama asiatico avrebbero presto aperto le porte al mondo delle criptovalute, dimostrando con i fatti che la mentalità dei magnate delle finanza per così dire tradizionale sta davvero cambiando in modo rivoluzionario.
Il portavoce di Leumi ha affermato, nelle ultime ore, parlando direttamente all’autorevole agenzia internazionale Reuters, che il nuovo servizio consentirà ai clienti di Pepper Invest di acquistare, detenere e vendere criptovalute – limitatamente a Bitcoin ed Ethereum, per ora – in transazioni del valore di almeno 50 shekel ($ 15,49).
La dichiarazione non fa riferimento, per il momento, ad una precisa data di lancio del progetto, affermando che l’approvazione della normativa per regolare la nuova attività è ancora in itinere.
Leumi rappresenta una delle due maggiori banche israeliane.
“Pepper riscuoterà le tasse secondo le linee guida dell’autorità fiscale israeliana in modo che i clienti non debbano gestire le complessità fiscali”, ha affermato sempre il portavoce di Leumi, aggiungendo che il servizio eliminerà anche i rischi di scaricare un portafoglio digitale.
Come noto, la banca sta lavorando, da tempo, fianco a fianco, con la piattaforma di custodia e trading “Paxos”, con sede a New York, per creare la base che possa permettere di avviare il servizio per i clienti israeliani.
L’obiettivo sostanziale di fondo di Leumi è naturalmente quello di attrarre gli investitori israeliani di criptovalute.
La piattaforma richiede ai suoi clienti di investire lo stesso importo per l’acquisto di azioni, con le azioni di più di 100 grandi aziende statunitensi disponibili tramite la sua applicazione, secondo il sito web della piattaforma.
Fondata nel 1902, Leumi è un vero un colosso finanziario in Israele, oltre ad incarnare una fetta di storia dell’economia del Paese.
Nel 1948, la Banca Leumi ha emesso le prime banconote israeliane, e oggi, più del 60% delle startup israeliane lavorano con LeumiTech, il braccio bancario high-tech del Gruppo Leumi, come loro fornitore finanziario.
Al 31 dicembre 2021, la Bank Leumi deteneva un totale di 537 miliardi di NIS (173 miliardi di dollari) di depositi, in crescita del 20,1% rispetto ai circa 447 miliardi di NIS (144 miliardi di dollari) dell’anno precedente, secondo i dati della relazione annuale dell’istituto per il 2021.
Il portavoce di Leumi ha aggiunto: “Siamo orgogliosi di essere i primi nel sistema bancario israeliano e uno dei pochi al mondo a offrire ai nostri clienti il commercio di criptovalute in modo semplice, sicuro e affidabile, senza la necessità di scaricare un portafoglio crittografico e con tutte le complessità fiscali risolte dalla banca”.
Certamente resta da vedere se tutto ciò nei fatti avverrà. Le autorità di regolamentazione non hanno ancora approvato la mossa, quindi potrebbe ancora fallire.
Secondo Pepper Invest, le transazioni saranno tassate in conformità con le regole dell’autorità fiscale israeliana, quindi i clienti non devono preoccuparsi di problemi fiscali.
Le banche stanno gradualmente abbracciando la possibilità di integrare le funzioni crittografiche nelle loro piattaforme. Per molto tempo hanno esitato e alcuni hanno persino respinto il mercato e lo hanno definito una moda passeggera.
Tuttavia, al momento, sia le piccole banche che le grandi istituzioni si stanno avvicinando con estremo interesse al mondo delle criptovalute.
La decisione di Bank Leumi non è stata una sorpresa per gli investitori di tutto il mondo.
La decisione della banca segue l’esempio di un piccolo numero di banche in tutto il mondo che hanno introdotto innovazioni nel campo delle criptovalute e della blockchain. Per la prima volta in Australia, Commonwealth Bank ha annunciato nel novembre 2021 che avrebbe consentito ai suoi clienti di scambiare criptovalute sulla sua piattaforma.
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