Il governo australiano ha citato in giudizio la società di Zuckerberg Meta-Facebook per alcuni presunti annunci-truffe sulle criptovalute
Meta Platforms Inc. e Meta Platforms Ireland Ltd, le società che stanno alla base di Facebook, sono state denunciate alla corte federale del governo australiano per aver pubblicati annunci scam con alcuni personaggi pubblici australiani.
Secondo quanto dichiarato lo scorso 18 marzo, l’Australian Consumer Law (ACL) o l’Australian Securities and Investments Commission Act (ASIC Act) sono le due leggi che secondo l’Australian Competition and Consumer Commission (ACCC) sono state violate dalla società di Zuckerberg.
Secondo la commissione australiana, Meta “avrebbe aiutato o è stata coinvolta consapevolmente nelle rappresentazioni fuorvianti degli inserzionisti che si sarebbero rivelate delle truffe”.
Meta denunciata dal governo australiano
Diverse celebrità australiane sono state impegnate nelle pubblicità-truffa di Meta. Dal presentatore televisivo David Koch, passando per l’ex premier del NSW Mike Baird e l’uomo d’affari Dick Smith, erano tutti impegnati a promuovere investimenti cripto invogliando ad aumentare il proprio capitale.
Nonostante sia uno dei Paesi più all’avanguardia e abbia già alcune infrastrutture presenti nel territorio, non tutti gli australiani sono consapevoli dei pericoli derivanti dal mondo cripto.
Il problema si è presentato perché queste celebrità hanno affermato di non aver mai approvato questo tipo di pubblicità, si legge nella dichiarazione rilasciata dalla Australian Competition and Consumer Commission.
Gli annunci pubblicitari pubblicati su Facebook reindirizzavano l’utente ad alcuni articoli riportanti notizie false sul mondo cripto con alcune citazioni attribuite alla celebrità di turno. Gli utenti venivano così invitati ad iscriversi per ricevere tattiche d’investimento decisamente “aggressive”.
Il presidente dell’Australian Competition and Consumer Commission, Rod Sims, ha dichiarato che “Meta è responsabile degli annunci che pubblica sulla sua piattaforma“.
L’accusa della commissione australiana
“È una parte fondamentale del business di Meta consentire agli inserzionisti di indirizzare gli utenti che hanno maggiori probabilità di cliccare sul link in un annuncio per visitare la pagina dell’annuncio, utilizzando gli algoritmi di Facebook. Quelle visite alle pagine degli annunci generano entrate sostanziali per Facebook“, ha dichiarato Sims.
L’accusa della commissione australiana è relativa alla consapevolezza di Meta riguardo le truffe presenti negli annunci sponsorizzati dall’azienda. Inoltre, l’accusa è anche quella di non aver fatto nulla per fermare questo tipo di pubblicità ingannevole neanche dopo che i personaggi pubblici hanno lamentato l’utilizzo dei loro volti senza il loro consenso.
“Denunciamo che la tecnologia di Meta ha permesso a questi annunci di arrivare agli utenti più suscettibili agli annunci pubblicitari, che Meta aveva assicurato di rilevare e impedire lo spam ai suoi utenti e di promuovere la sicurezza su Facebook, ma non è riuscita ad impedire la pubblicazione di simili annunci-truffa sulle criptovalute con protagonisti delle celebrità né ad avvertire i propri utenti. Meta avrebbe dovuto fare di più per rilevare e poi rimuovere gli annunci falsi o fuorvianti su Facebook, per evitare che i consumatori cadano vittime di truffatori spietati“, ha concluso Sims.