Le vicende legate alla storia di alcune monete sono senza ombra di dubbio bizzarre sotto alcuni punti di vista. Storie incredibilmente uniche.
Monete che all’improvviso, cosi, quasi senza accorgersene rischiano praticamente di diventare vere e proprie stelle di quel firmamento tanto caro ai collezionisti di tutto il mondo. Esemplari che di colpo arrivano a valere cifre realisticamente incredibili per un errore, un difetto, qualcosa per la quale nemmeno dovrebbero essere messe di fatto in circolazione, e invece. L’errore, il difetto è assolutamente normale, ma la regola vuole che l’esemplare in qualche modo sbagliato venga successivamente distrutto, cosa che non accade, almeno non sempre.
Il mondo del collezionismo, le pagine degli appassionati di tutto il mondo, vivono di sogni e speranze. Il tutto legato chiaramente alla possibilità di possedere o meno quell’esemplare tanto desiderato. Parliamo delle stelle assolute di questo contesto tanto complesso. Spesso, il tutto, se cosi si può dire si riduce, ma è chiaramente soltanto un modo di dire, a quegli esemplari che per l’appunto contengono errori di conio, difetti spesso tanto grossolani che realisticamente impossibile ignorare. Ci troviamo di fronte quindi a versioni di monete assolutamente rare, che valgono alla fine molto di più di quegli esemplari rari ma integri, completi, insomma fedeli all’idea originale.
Il nostro paese, nella sua personalissima collezione contiene situazioni che hanno evidenziato quanto un errore possa in qualche modo consegnare al mito una determinata moneta. Pioniera della riflessione appena affrontata è certamente la moneta da 500 lire coniata verso la fine degli anni cinquanta. Moneta in argento, particolarissima dalle illustrazioni assolutamente pregiate e significative. Le tre caravelle con le quali Cristoforo Colombo parti alla scoperta delle Americhe. Un dettaglio, però, sembra mettere in discussione tutto, una vele, infatti, sembra andare contro vento, in un modo del tutto innaturale. Ecco l’errore.
Monete, quando l’errore è d’oro: lo scambio di monete per la Mole Antonelliana di Torino
Altro errore molto significativo che ha chiaramente condizionato dinamiche e risolvi del contesto collezionistico mondiale è quelle che vede protagoniste le piccole monete da 1 e 2 centesimi, mal sopportate e di conseguenza mai del tutto amate dai cittadini. Nel caso specifico ci troviamo di fronte ad un autentico scambio di soggetti. Castel del Monte, immagine impressa sulla monetina italiana da 1 cent scambiata con la Mole Antonelliana, protagonista invece di quella da 2 cent. Il gioco, l’inganno di uno dei più fragorosi errori della storia è di fatto tutto qui.
Settemila gli esemplari coniati quindi per errori, in effetti davvero molto pochi. Soggetti scambiati oppure tagli concepiti in maniera del tutto errata. Sta di fatto che la la dimensione in questione è quella della monetina da 2 centesimi con sopra però impresso il taglio da 1 centesimo. Dei settemila coniati per errori soltanto 100 sono di fatto sfuggiti alla distruzione, andando a riempire di sogni e speranze le giornate ei collezionisti di tutto il mondo. Il valore di mercato di questo esemplare, oggi, si attesta sulle svariate migliaia di euro, al punto che spesso gli stessi istituti bancari provano a cercarli per poi provare a rivenderli.
Nel 2012, ad un’asta numismatica tenuta dal Gruppo Bolaffi, tra i più noti e stimati nel settore della numismatica e della filatelia si è riusciti a vendere un esemplare di questa incredibile moneta da 1 centesimo all’altrettanto incredibile prezzo di 6.600 euro. Nel caso specifico, certo, ci troviamo di fronte ad un vero e proprio errore dai risvolti però più che positivi. Immaginate la soddisfazione di chi si è ritrovato tra le mani un simile esemplare, magari per puro caso. Scoperte che di certo cambiano la vita. Un gruzzoletto sempre da parte, sempre pronto per tutte le evenienze, questo significa custodire una moneta del genere.
I collezionisti di tutto il mondo pronti a leccarsi i baffi davanti alla possibilità di portarsi a casa un esemplare davvero unico. Le aste, le occasioni, le trattative private, certo non mancano, basta soltanto trovare il momento e la condizione giusta.