Da quando la guerra in Ucraina ha preso un assetto globale, le sanzioni alla Russia non rallentano e questa volta vengono “attaccati” oltre 25.000 wallet di “entità o individui russi”.
Paul Grewal, il responsabile legale della piattaforma di trading, ha dichiarato che i provvedimenti presi nei confronti di questi individui seguono alcune indagini interne.
“Crediamo che questi individui siano impegnati in attività illecite, molti dei quali abbiamo identificato attraverso le nostre indagini proattive”.
Le indagini scaturiscono dalla paura di Coinbase che questi individui legati alla Russia possano in qualche modo eludere il giro di sanzioni imposte dagli Stati Uniti. “Non appena identificati questi indirizzi, li abbiamo condivisi con il governo per sostenere ulteriormente l’applicazione delle sanzioni”.
Coinbase si è dichiaratamente schierata contro Putin e e Grewal ha affermato che l’azienda “sostiene pienamente” le sanzioni economiche imposte alla Russia. Alcune di queste sanzioni hanno colpito alcune delle aziende più forti e anche quelle legate allo stato, come alcune banche ad esempio, oltre ai soliti oligarchi russi e Vladimir Putin in persona.
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Coinbase dichiara guerra alla Russia
Secondo quanto riportato da Bloomberg, il Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca e il Dipartimento del Tesoro stanno prendendo accordi con i principali exchange e piattaforme di criptovalute per cercare di evitare l’elusione delle sanzioni internazionali da parte di individui russi attraverso gli exchange cripto.
Oltre al Consiglio di Sicurezza e al Dipartimento del Tesoro, anche un gruppo di quattro senatori americani, tra cui Elizabeth Warren, ha richiesto alla segretaria del Tesoro Janet Yellen delucidazioni riguardo il piano che impedisce agli individui russi colpiti dalle sanzioni di aggirare quest’ultime con l’utilizzo delle varie piattaforme di criptovalute.
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“Alcuni comuni cittadini russi stanno usando le criptovalute come un’ancora di salvezza ora che la loro valuta è crollata“, ha scritto sul suo profilo Twitter Brian Armstong, CEO di Coinbase. “Molti di loro probabilmente sono contrari alle azioni intraprese dal loro paese, e un divieto assoluto nell’utilizzo di tutti gli exchange di criptovalute farebbe male anche a loro. Detto questo, se il governo degli Stati Uniti decide di imporre un divieto, ovviamente seguiremo quelle leggi”.
L’Ucraina ha fatto molto affidamento sulle criptovalute per raccogliere i fondi necessari alla guerra, arrivando anche a richiedere donazioni in dogecoin a seguito di un incontro telematico tra il presidente ucraino e Elon Musk, noto sostenitore della meme coin canina.