Nel duro e sanguinoso scontro in atto tra Russia e Ucraina, un ruolo chiave lo stanno “giocando” le criptovalute. Lo sapevi? Ti raccontiamo noi cosa sta accadendo.
Quando si scende in campo, nella sfida contro la paura e contro la morte, per affrontare una drammatica e inattesa guerra, uno Stato ha il dovere di mettere nelle migliori condizioni possibili i propri uomini per affrontare “il nemico”.
Gli arsenali di guerra e le attrezzature militari diventano, gioco forza, uno strumento indispensabile per non rischiare di soccombere. E’ noto, poi, che l’Ucraina, nella posizione di chi ha subito gli attacchi e le invasioni, si è trovata nella condizione improvvisa di dover armare il proprio esercito dall’oggi al domani.
In tutto questo, il Governo di Kiev non ha mancato di chiedere anche il reclutamento dei civili, quindi di personale militare non addestrato, pronto però ad abbracciare le armi pur di difendere il Paese.
E’ chiaro che una guerra, negli anni ’40 come nel 2022, richiede per una Nazione, un dispendio di energie economiche non previsto. Oltre che naturalmente una drammatica perdita di vite umane che di certo andava evitata.
Il Governo ucraino, tra l’altro, sin da subito ha adottato un atteggiamento di grande trasparenza nel mettere al corrente i propri cittadini sulle “spese di guerra”.
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Al momento, infatti, si parla di circa 15 milioni di dollari investiti in criptovalute per sostenere i costi degli arsenali militari e le spese dei soldati.
Per la precisione, l’ingente investimento riguarda equipaggiamento da combattimento, compresi i giubbotti antiproiettile. Lo ha affermato, poco dopo l’inizio del conflitto, Alex Bornyakov, vice ministro della Trasformazione digitale dell’Ucraina.
L’Ucraina, naturalmente, ha dovuto affidarsi prima di tutto agli Stati Uniti e poi agli altri paesi della Nato per avere man forte sulle forniture militari.
Ricordiamo che il Governo di Kiev solo due anni fa ha avviato una trasformazione digitale che ha portato una innovazione informatica attesa da tempo.
Grazie all’accesso a internet veloce, che in Ucraina mancava del tutto, si è potuto accelerare sui contatti con i Paesi stranieri per la fornitura di attrezzature militari e completare le varie spedizioni.
Mentre alcuni fornitori hanno accettato cripto, altri accettano solo euro o dollari, rendendo necessaria la conversione di alcune cripto partecipazioni in queste valute cosiddette fiat.
Bornyakov ha detto in un’intervista via Zoom con il noto portale Bloomberg che si aspetta che le donazioni in criptovalute aumentino, e in questo senso raddoppino, nelle prossime settimane, dal momento che il conflitto con Putin, nonostante le trattative, non sembra destinato a placarsi tanto presto.
Nel frattempo, mentre il Governo di Kiev ha in mente di aumentare gli investimenti in cripto per supportare i soldati (si arriverà almeno a 56.8 M), Bornyakov ha reso noto che la maggior parte del denaro speso proveniva da Bitcoin ed Ether.
Al contrario, importi minori sono arrivati sotto forma di stablecoin Tether, Polkadot ($5.8M), Solana, e anche da NFT, tra cui un CryptoPunk del valore di oltre $200K e il NFT di Julian Assange creato dall’artista multidisciplinare Pak del valore di $1.86M.
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