In questo articolo ripercorreremo un po’ la storia di Bitcoin fin dalle sue origini per scoprire cos’è e a cosa serve un Satoshi
Il nome ‘Satoshi’ deriva direttamente dallo pseudonimo utilizzato dal creatore di bitcoin, Satoshi Nakamoto. Quest’ultimo è chiaramente un nome fittizio e fino ad oggi la sua identità è nascosta nell’ombra.
Non sappiamo chi o quanti siano i ‘Satoshi Nakamoto‘ che hanno dato vita alla più grande rivoluzione degli ultimi anni, ma chiunque essi siano, hanno smesso di operare sotto questo nome nell’ormai lontano 2010.
Il Satoshi è un’unità divisibile del bitcoin. Proprio come gli euro, i dollari o le sterline, bitcoin ha i suoi “centesimi” che vengono chiamati satoshi.
Il termine ‘satoshi’ è diventato di uso comune fra gli utenti che non volevano scrivere file interminabili di zeri per esprimere una quantità molto piccola di una criptovaluta.
Ad oggi un satoshi vale poco meno di 20 centesimi di dollaro, pari a 0,00000001 BTC, ma non esistono solo i satoshi come unità più piccole del bitcoin. Un millibitcoin, ad esempio, sta ad indicare 0,001 BTC mentre un microbitcoin vale 0,000001 BTC.
Esistono anche frazioni più piccole del satoshi, come ad esempio il millisatoshi. Queste unità così piccole servono ad effettuare transazioni rapide e di poco valore ma dovrà essere utilizzata la rete Lightning, poiché questo tipo di unità non viaggia sulla rete bitcoin.
Visto l’alto tasso di fluttuazione a cui è soggetto bitcoin, non sempre è facile capire a quanto corrisponde in valuta FIAT una transazione di pochi satoshi. Per questo motivo, nel corso del tempo, sono stati sviluppati diversi tool che ci aiutano ad ottenere tassi di conversioni precisi e aggiornati in tempo reale.
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Dobbiamo pensare che non sempre un’unità intera di una criptovaluta possa essere utile al fine di un pagamento. Se pensiamo al valore di un bitcoin oggi, ci risulterà semplice comprendere che non possiamo effettuare facilmente il pagamento di un caffè o di un pacco di gomme col cambio attuale.
Per questo motivo è necessario dividere i bitcoin in frazioni più piccole, i satoshi appunto, per agevolare tutte quelle microtransazioni che non necessitano di una grande quantità di cripto asset spostati.
Con l’enorme valore preso da bitcoin negli ultimi anni, l’utilizzo di satoshi è diventato quasi inevitabile. È proprio grazie all’esistenza di unità più piccole di bitcoin che oggi anche noi piccoli risparmiatori possiamo acquistare una frazione di BTC senza necessariamente acquistarne uno intero.
Ogni quattro anni, le ricompense dei blocchi creati di bitcoin si dimezzano e i nuovi token che si verranno a creare ogni 10 minuti verranno conteggiati in satoshi piuttosto che in bitcoin. Proprio per l’esistenza di satoshi, i bitcoin non potranno più essere coniati ad un certo punto perché non sarà possibile coniarne di nuovi in quantità sempre più piccole.
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