Papa John’s Pizza, dopo la vicenda del 2010, decide di lanciarsi nel mondo degli NFT creando una collezione privata.
I legami di Papa John’s Pizza con le criptovalute risalgono a molti anni fa. Nel maggio 2010 ha vendute due pizze per 10.000 BTC, una somma che ora varrebbe $386 milioni di dollari.
Ora la sede britannica della catena di fast food sembra determinata a raccogliere questa eredità rilasciando una raccolta di NFT.
Papa John’s Pizza: disponibili i 9 NFT
Sono disponibili nove hot bag NFT dal design diverso. Gli hot bag sono i contenitori usati per consegnare la pizza ai clienti affamati. Il messaggio dietro questa mossa è che “chiunque può prendere una fetta del metaverso“, ha affermato l’azienda, aggiungendo:
“Gli NFT sono così in voga in questo momento! Crediamo che tutti meritino la possibilità di possederne uno. Un pezzo unico di arte digitale regalato come segno del nostro amore. Il tuo da sfoggiare nel metaverso o da tenere come un bene prezioso. SUGGERIMENTO: muoviti velocemente perché non ce ne saranno altri“.
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Ecco come acquistare gli NFT di Papa John’s Pizza
Gli utenti interessati devono avere almeno 18 anni per partecipare. Il processo è lo stesso di qualsiasi altro NFT. Prevede la sincronizzazione di un portafoglio Tezos, la selezione di un NFT, il pagamento e l’attesa.
Un fortunato vincitore riceverà anche una vera hot bag “Papa 1984” disegnata da Ash Sketch. Il vincitore sarà annunciato a metà aprile.
Il drop NFT è stato disegnato dall’artista spagnolo Tom Hoff, insieme all’illustratore e designer britannico Ash Sketch.
Papa John’s Pizza e le criptovalute: una lunga storia d’amore
I tentativi di Papa John di portare le criptovalute alle masse nel Regno Unito sono stati accolti con alterne fortune.
L’anno scorso, la società ha offerto gratuitamente Bitcoin a chiunque avesse speso più di $40 per un ordine. In più i clienti sarebbero stati automaticamente iscritti per partecipare ad un’estrazione a premi per vincere 1 BTC.
La Advertising Standards Authority ha affermato che gli annunci “hanno approfittato dell’inesperienza dei consumatori e hanno banalizzato gli investimenti in criptovaluta“.