Nft: si salvi chi può! Sembrava qualcosa di enorme, ma è già al capolinea?

Cosa succede esattamente al mercato degli Nft? Possibile che il fenomeno di quelli che qualcuno ha definito, non a torto, una sorta di bitcoin 2.0, sia già esploso in negativo come una bolla di sapone?

Non è oro tutto quello che luccica. E questo detto ritorna prepotentemente in auge, molto spesso, nel mondo della finanza.

nft

Quando si tratta di new economy, poi, e di fenomeni collegati al panorama delle criptovalute, ci siamo abituati tantissime volte ai cosiddetti “fuochi di paglia”. Alla fine altro non sono che quelle ascese, quei boom, che fanno gridare per un po’ di tempo alla “rivoluzione del mercato”, per poi far ritornare tutto sui binari della normalità, se non peggio.

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Gli economisti di Bloomberg non hanno dubbi: gli Nft erano un fuoco di paglia

E’ un po’ quello che starebbe accadendo di recente, in particolare nell’ultima settimana, almeno gli esperti economisti di Bloomberg, agli NFT. In pratica, dopo un avvio scoppiettante, gli ormai celebri “Non Fungible Token” avrebbero decisamente perso lo smalto dei tempi migliori e farebbero registrare notevoli perdite, lasciando con un palmo di naso gli investitori.

Qualcuno lo aveva previsto, qualcun altro no, sta di fatto che la profonda instabilità delle criptovalute e dei suoi fratelli è da tempo all’ordine del giorno.

C’era una volta chi investiva in energia, trasporti, gioielli, ora ci sono scimmiette e gattini

Avreste immaginato, qualche anno fa, che esperti investitori, impegnati fino a poco tempo prima in acquisti di azioni di aziende che vanno dall’energia, ai trasporti, all’agroalimentare, oggi fanno carte false per spendere milioni di euro e accaparrarsi un giochino virtuale di gattini che cambiano volto e colore? Certo, chi lo avrebbe detto!

Ebbene dopo il boom e dopo i miliardi di euro volati via come palloncini al vento per acquistare risorse digitali, appunto, collegate con progetti, altrettanto digitali, davvero curiosi, adesso qualcosa sta cambiando e ahimè in negativo.

Conflitto Russia-Ucraina: la crisi mondiale fa passare in secondo piano l’arte digitale

Non ci sarebbe stato, per la verità, almeno non ancora, il crollo totale. Ma appare evidente, dalle cifre, che “il fuoco della passione” di chi spendeva in media 6.900 dollari, lo scorso gennaio, per un Nft, adesso non starebbe andando oltre i 2.000 dollari.

I dati che segnalano la discesa degli Nft sono schiaccianti, e gli esperti non immaginano una improvvisa e quanto mai improbabile risalita, anzi prevedono che i numeri in tal senso possono solo peggiorare.

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Nft: gli schiaccianti dati del calo

La media giornaliera delle vendite totali era, a gennaio, nel mese del vero e proprio boom degli Nft, di circa $ 26,2 milioni, almeno econdo i dati appunto che stiamo analizzando. Il conteggio era arrivato all’inattesa cifra di 160,2 milioni di dollari il 31 gennaio scorso. Dal 24 febbraio, quando la Russia ha attaccato l’Ucraina, il prezzo medio di vendita è sceso di circa il 30%.

Sarà un caso che il crollo del valore degli Nft è cominciato proprio con l’inizio del conflitto russo-ucraino?

Facciamo un passo indietro e ragioniamo su come sono diventati famosi gli Nft. Non possiamo dimenticare quando, nel 2021, la casa d’aste Christie’s ha venduto la prima opera d’arte NFT in assoluto. Si trattava di un collage di immagini dell’artista digitale Beeple, venduta per ben 69,3 milioni di dollari.

Da quel momento in avanti, gli NFT hanno improvvisamente catturato l’attenzione del mondo.

Siamo di fronte il più delle volte, come già detto, ad arte digitale che rispetto a un quadro reale può mutare le sue forme e i suoi colori. Scimmiette, gattini, pupazzetti vari possono davvero valere così tanto?

Diciamo che il “fenomeno” ha avuto il suo acme quando, dopo la Pandemia, secondo gli esperti, attraverso questa nuova forma di arte, inevitabilmente collegata con il mondo delle criptovalute, si è cercata la strada dello svago e appunto della libertà in forme di espressioni alternative.

Nft: cosa accadrà adesso?

Ma oggi, con una crisi geopolitica in atto di non poco conto, e con le banche russe sull’orlo del fallimento per le sanzioni della Nato, indubbiamente certi “svaghi”, se così possiamo definirli, sono decisamente passati in secondo piano. Staremo a vedere cosa accadrà nei prossimi giorni.

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