Il Parlamento Europeo si è espresso negativamente sulla proposta di vietare tutte le criptomonete legate alla Proof-of-Work.
Il voto che era previsto per lunedì riguardo al divieto di utilizzo di criptovalute basate sulla Proof-of-Work stato rinviato a data da destinarsi.
Una versione aggiornata della legislazione MiCA (Markets in Crypto Assets) sembra togliere il divieto di utilizzare Bitcoin (BTC) o altre criptovalute che si basano sulla blockchain proof-of-work pensato dalla nuova proposta di legge.
La proof-of-work è quel tipo di algoritmo di consenso che permette di confermare le transazioni e creare nuovi blocchi nella blockchain, famoso per essere utilizzato soprattutto da Bitcoin.
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L’Unione Europea contro Bitcoin e criptovalute
Secondo quanto riferito da Coindesk, il Parlamento Europeo si era trovato concorde nel vietare i cripto asset che si basavano sulla proof-of-work, in quanto non più sostenibili dal punto di vista dell’impatto ambientale.
Questi divieti sarebbero dovuti essere stati applicati da gennaio 2025 ma i parlamentari dell’Unione Europea hanno rinviato a tempo indeterminato il voto. La data era prevista per lo scorso 28 febbraio.
La proposta di legge non è stata accolta da entusiasmo e, anzi, si sono presto alzate diverse polemiche visto l’attacco diretto al padre di tutte le criptovalute. Stefan Berger, il membro del Parlamento Europeo che era incaricato di proporre la legge, ha spiegato le sue intenzioni in una dichiarazione rilasciata a CoinDesk.
“Deve essere chiaro che il rapporto MiCA non è un divieto de facto di bitcoin“, ha voluto sottolineare Berger.
In ogni caso, lo scorso martedì lo stesso Berger ha annunciato che il paragrafo che vietava gli asset che utilizzano la proof-of-work è stato eliminato dalla proposta di legge. Nonostante siano stati ripresi i colloqui sulla questione, nessuna data certa è stata ancora fissata.