In pieno clima di sanzioni da parte dei Paesi Nato e dell’Unione Europea nei confronti della Russia di Putin, la banca Sberbank si trova costretta a chiudere tutte le relazioni con i circuiti europei.
Le guerre ai tempi moderni non si combattono solo con fucili, carroarmati e missili lanciati da aerei in volo. La minaccia delle sanzioni da parte dell’Unione Europea e dei paesi appartenenti alla Nato, nei confronti della Russia di Putin, potrebbero ottenere effetti non meno devastanti di un attacco militare.
La Ue sta passando dalle parole ai fatti e il colosso russo Sberbank, che detiene un asset per circa 13,6 miliardi di euro, si trova costretta ad uscire dal circuito Ue.
Cerchiamo di capire bene cosa sta accadendo e quale futuro soprattutto si prospetta per i tanti correntisti sparsi in tutta la nazione in altri Paesi del Vecchio Continente.
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Mentre c’è legittimamente chiedersi se l’azione dei vertici di Sberbank sia stata dettata dalle minacce della Nato, i fatti parlano chiaro. Le varie società sparse per l’Europa sono già in liquidazione. I correntisti sono coperti fino a un massimo di 100mila euro.
In questo momento, ad esempio, in Paesi come l’Austria, un correntista del colosso russo può solo prelevare fino a 100 euro al giorno. C’è da chiedersi che fine faranno i risparmi di coloro che possiedono maggiore denaro.
Ma intanto appare chiaro che la decisione è arrivata, gioco forza, in seguito alle azioni messe in atto dall’autorità di regolamentazione. Quest’ultima non ha perso tempo nel rendere noto che che la banca russa probabilmente sarebbe fallita sotto il peso delle sanzioni imposte a Mosca dall’Occidente dopo l’invasione russa dell’Ucraina.
Della serie, meglio mettere noi fine a tutto, a modo nostro, che evitare di soccombere per mano degli altri.
In queste ore, le notizie che circolano intorno al futuro di Sberbank non sono certo rassicuranti.
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Il Single Resolution Board, il gruppo che tiene in gestione gli istituti di credito europei in difficoltĂ , ha annunciato che Sberbank Europe, con le filiali in Croazia e Slovenia, probabilmente non sarĂ in grado di pagare i propri debiti o altre passivitĂ .
Ma intanto sotto “i colpi” della Ue altre banche russe potrebbero subire lo stesso destino, privando di fatto la Russia di tutta la sua forza economica.
Del resto gli Stati Uniti e la Ue, da alcuni giorni, non stanno affatto perdendo tempo. Alla minaccia delle bombe e agli attacchi ai civili e alle forze militari ucraine, Usa ed Europa hanno risposto con la peggiore delle contromosse.
Ovvero stanno poco a poco isolando finanziariamente la Russia, estromettendo, di fatto, alcune delle maggiori banche e istituzioni finanziarie, dal sistema Swift di messaggistica sui pagamenti.
Si tenta in queste ore, da parte di Sberbank, di salvare il salvabile, smembrando letteralmente il colosso finanziario russo in pezzetti e pezzettini che, a seconda di ogni nazione, finiranno nelle mani di altre banche europee.
E’ quello che ad esempio sta accadendo in queste ore da parte di Hrvatska Postanska Banka. Stiamo parlando dell’unica banca croata di proprietà statale, che andrà ad acquisire tutti gli asset di Sberbank per quanto riguarda appunto la Croazia.
In Austria, gli scenari che si prospettano per Sberbank non sono certo idilliaci. L’autorità di regolamentazione dei mercati finanziari di Vienna ha annunciato di aver proibito a Sberbank Europe di continuare a operare nel Paese. Una mazzata vera e propria.
Intanto, i clienti austriaci di Sberbank saranno in qualche modo tutelati. La banca russa dovrĂ risarcirli fino a 100mila euro nel giro di pochi giorni.
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