Nel lontano 2016 The DAO è stata hackerata generando una perdita di 3.6 milioni di ether. Chi è stato il colpevole del più grande furto della storia cripto?
Un’indagine condotta da un giornalista di Forbes apre nuove strade e, forse, identifica il colpevole dell’hackeraggio di Ethereum responsabile del furto di quelli che ad oggi sarebbero valsi 11 miliardi di dollari.
Ethereum è una delle più grandi reti di criptovalute al momento esistenti e il suo valore si aggira intorno ai 350 miliardi di dollari. Il suo creatore, Vitalik Buterin, è una delle celebrità più seguite di tutto il mondo cripto e persino il presidente russo Vladimir Putin ha voluto incontrarlo personalmente.
Ethereum è stata al centro di tutte le novità più popolari del mondo blockchain. Realtà come le DAO, la DeFi, le ICO e gli NFT sono tutti nati all’interno della blockchain di Ethereum, nonostante ad oggi si contano innumerevoli “cloni” che nell’ambiente vengono per l’appunto chiamati “Ethereum Killer“.
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Oltre alle innumerevoli possibilità nate da Ethereum, la blockchain è famosa anche per essere stata la vittima del più grande furto dell’intera storia delle criptomonete.
Nel 2016 si era appena concluso il progetto di crowfunding nel quale il fondo di capitale di rischio decentralizzato aveva raccolto 139 milioni di dollari in ether (ETH). Alcune settimane più tardi un hacker riuscì a penetrare nei sistemi di sicurezza informatici di The DAO, sfilando la bellezza di 3,64 milioni di ETH, il 31% del totale degli ETH presenti, per poi trasferirli in quello che poi sarebbe stato chiamato DarkDAO.
Nessuno riuscì ad identificare il colpevole di quel furto così maestoso e così fu costretta ad intervenire la SEC che dichiarò come titoli finanziari non registrati tutti i token venduti, chiudendo così il fondo.
Ethereum fu costretta ad una hard fork in modo da recuperare i fondi sottratti, lasciando così il DarkDAO con i molto meno costosi Ethereum Classic (ETC), anziché ETH.
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A distanza di anni, un giornalista di Forbes sembra aver individuato il colpevole. A seguito di una lunga indagine a ritroso, il nome del colpevole del più grande furto della storia cripto sembra essere quello di Toby Hoenisch.
Toby Hoenisch è un programmatore austriaco di 36 anni che al tempo dell’attacco hacker a The DAO si trovava a Singapore. Il ragazzo è conosciuto nell’ambiente cripto in quanto CEO e co-fondatore di TenX, la quale nel 2017 era riuscita a raccogliere oltre 80 milioni di dollari in un’ICO per la creazione di una carta di debito criptata. Le cose non andarono per il verso giusto e il market cap di quei token, che all’epoca era di 535 milioni di dollari, adesso si aggira intorno agli 11 milioni di dollari.
Il giornalista di Forbes ha persino contattato il diretto interessato, esponendo la teoria al presunto hacker. Hoenisch ha risposto alle mail dichiarandosi innocente e rimproverando il giornalista di essere giunto ad una conclusione affrettata e non corretta. “La tua dichiarazione e conclusione è di fatto imprecisa“, scrive nella mail Hoenisch.
Chissà se è stato veramente Toby Hoenisch ha commettere il furto di quelli ad oggi varrebbero 11 miliardi di dollari. La cosa certa è che chi ha compiuto questo gesto era ben conscio dell’exploit all’interno di The DAO e delle problematiche al codice che ne hanno permesso l’hackeraggio.
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