PayPal e Venmo hanno rilasciato delle dichiarazioni abbastanza preoccupanti per gli utenti del famosissimo servizio di pagamenti online.
Le relazioni tra Paypal e il mondo delle criptovalute hanno da sempre fatto parlare, dapprima per l’annuncio di una propria stablecoin, ossia una criptovaluta il cui prezzo viene ancorato a quello di una valuta fiat come il dollaro, successivamente per tutta una serie di audaci dichiarazioni e fughe di notizie.
L’ultima di queste riguarda un importante aumento nelle fee, ossia le tasse da pagare, per ogni transazioni di acquisto o vendita di Bitcoin e criptovalute.
Le commissioni di Paypal per comprare Bitcoin e criptovalute
Per gli acquisti di bitcoin o le vendite tra $1 e $24.999, attualmente si paga una tassa minima di $0.50. Oltre a questa viene poi addebitata una commissione fissa del 2,3 per cento per gli acquisti tra $25 e $100, che scende al 2% per le transazioni tra $100,01 e $200.
Dal 21 marzo, quando Venmo passerà a un costo flat dollar, tutto questo però cambierà. E non in meglio per gli utenti della piattaforma.
La nuova politica infatti sembra essere orientata ad aumentare il costo di piccole transazioni in bitcoin e criptovalute.
Le nuove politiche di Paypal sulle commissioni per comprare e vendere bitcoin
Da quanto trapelato dalle prime indiscrezioni, le commissioni da pagare a Paypal per comprare e vendere bitcoin e criptovalute, potrebbe addirittura arrivare al doppio del costo attuale. Inutile dire che le reazioni di scontento da parte degli utenti non sono mancate.
Un portavoce PayPal ha detto in una dichiarazione:
“Questo aggiustamento è parte del nostro continuo sforzo di servire i nostri consumatori con trasparenza, chiarezza e facilità di comprensione.”
I costi addebitati dalle piattaforme concorrenti – e anche all’interno della stessa compagnia – sono notoriamente incoerenti. Ad esempio, l’app Coinbase orientata al retail è più costosa da usare rispetto alla più tecnica Coinbase Pro.
Alcuni analisti hanno avvertito che il modello di business di Coinbase potrebbe trovarsi in difficoltà nei mesi e negli anni a venire. questo poiché le piattaforme di trading competono aspramente per offrire commissioni più basse agli utenti. Realtà più recenti come Robinhood , ad esempio, dichiarano di non prendere alcuna commissione.
Questa situazione non può che spingere gli operatori di settore citati, Paypal e Coinbase, ma ogni servizio di trading e pagamento online che ha che fare con bitcoin e le criptovalute, debbano tenere conto dell’impatto del cambio nelle politiche circa le commissioni a carico degli utenti. Paypal, al momento, pare comunque andare in direzione opposta.