Un oggetto che ha fatto storia. Qualcosa che letteralmente ha caratterizzato in un modo o nell’altro le nostre vite.
Quanto tempo durava una chiamata, un a comunicazione, un approccio telefonico, venti o trenta anni fa? Chi se lo ricorda davvero? Poco, molto poco. Tutto dipendeva dal credito disponibile sulla nostra scheda telefonica, dopo, e sul numero di gettoni da noi in possesso, prima. In ogni caso parliamo di chiamata a tempo, nulla di illimitato, nulla di lontanamente vicino a ciò che viviamo adesso.
Il rapporto degli italiani con i gettoni telefonici è di quelli che possono definirsi senza alcun dubbio romantici. Ci troviamo di fronte ad un incredibile fenomeno di massa, dettato dalla necessità di mettersi in contatto con altre persone certe, ma pur sempre un sintomo che qualcosa nel nostro paese era cambiato. Se si pensa alle prime esperienze di telefono pubblico ed a quello che poi è stato il passo successivo, l’utilizzo davvero in massa della comunicazione, l’assalto alla cabina telefonica. Allora si, siamo di fronte ad un vero e proprio fenomeno di costume.
Il recente passato ci ha visti in qualche modo profondamente legati all’utilizzo di questo particolare oggetto. Il suo valore, fissato un’ultima volta, prima della scomparsa dalla circolazione a 200 lire, assicurava in qualche modo di mettersi in contatto con la persona desiderata. Le chiamate, quelle importanti quando si era al mare o fuori città per qualche motivo. La prima gita scolastica, le prime notti fuori casa. Esperienze che in qualche modo ricorderemo per sempre. Attimi di vita di quelli segnanti, di quelli profondamente teneri da ricordare.
Il tempo di una chiamata, ecco quanto può valere oggi: i prezzi dettati dal mercato dei collezionisti
La prima comparsa del gettone telefonico avvenne nel nostro paese nel 1927. L’occasione fu la fiera campionaria di Milano e proprio in quel frangente l’attrazione principale, quella che fece davvero scalpore fu proprio il telefono a gettone, antenato insomma, almeno nel concetto del telefono pubblico. Gli anni seguenti dettero vita ad una sorta di sperimentazione che vide quest’oggetto sempre più utilizzato nei bar e non solo. Il prezzo del gettone, il suo valore nominale insomma, variò molto anche nel corso dei decenni successivi fino ad arrivare all’importo finale, quello che accompagnerà il gettone fino alla sua scomparsa, le tanto note 200 lire insomma.
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La prima azienda che iniziò a produrre gettoni telefonici fu la Stipel, antenata della Sip e quindi di Telecom. Dal secondo dopoguerra in poi il rapporto degli italiani con i gettoni telefonici cambiò radicalmente. L’oggetto entrò a far par parte sempre di più nel quotidiano, qualcosa a livello di approccio alla nuova “tecnologia” per cosi dire stava cambiando. Diversi inoltre da quel periodo in poi proprio i vari concetti legati alla produzione dei gettoni telefonici. La valutazione attuale dei vecchi gettoni telefonici oggi varia chiaramente in base alla qualità della conservazione dei singoli esemplari ed anche in base all’anno di conio, ovviamente. Valore massimo, oggi, circa 200 euro.
Un oggetto entrato di diritto nel costume italiano si potrebbe dire, nella tradizione, nel quotidiano, quello talmente lontano dai nostri giorni da poterlo ricordare ad ogni buona occasione. L’Italia passata, quella che esiste soltanto nei nostri ricordi ed in qualche vecchio film. Quanto può oggi valere l’immagine di un gettone telefonico? A molti ragazzi questa non dirà nulla, perchè assolutamente all’oscuro, i più giovani di questa particolare parentesi. Quando per una chiamata c’era la fila e si avevano soltanto pochi secondi a disposizione. Altro che concetto di “illimitato”. Il gettone telefonico ha scritto la storia del nostro paese e delle nostre abitudini, radicate nel tempo.
Oggi, una sorta di cimelio, qualcosa da acquistare all’asta, o magari ritrovare casualmente e fortunosamente in casa. Cosa resta oggi di quel ricordo? La smania dei collezionisti di piazzare il colpo della vita. La massima valutazione, l’affare perfetto. Il gettone telefonico insomma, è tornato.